Vizzolo, la protesta in ospedale: "Ci hanno chiamati eroi ma negano l’aumento"

Vizzolo, la rabbia dei lavoratori dell’Asst di Melegnano e della Martesana

Vizzolo, assemblea sindacale del personale sanitario

Vizzolo, assemblea sindacale del personale sanitario

Vizzolo Predabissi (Milano) -  «Ci hanno chiamati eroi e ora non ci danno neppure gli aumenti di stipendio già pattuiti". C’è fermento tra i lavoratori dell’Asst di Melegnano e della Martesana, che ieri si sono riuniti in assemblea davanti al Predabissi. Un’iniziativa organizzata da Rsu e sigle sindacali, che ha richiamato 200 persone e ha fatto seguito ad analoghi sit-in negli altri ospedali del gruppo sanitario. Nel mirino la mancata applicazione di un accordo integrativo che è stato firmato lo scorso dicembre e prevedeva, tra giugno 2021 e gennaio 2022, passaggi di fascia e aumenti salariali per 852 lavoratori tra infermieri, tecnici e amministrativi. La gratifica economica doveva essere un riconoscimento per l’impegno profuso durante la pandemia da Covid.

"Sull’onda di una circolare del Dipartimento "Funzione Pubblica", l’azienda ha bloccato tutto - spiega Emiliano Zambarbieri, vicecoordinatore delle Rsu e rappresentante aziendale della Cgil - chiedendoci di rinegoziare l’accordo e ridurre il numero degli aventi diritto ai benefit. È inaccettabile. Siamo pronti ad andare in Regione: l’impressione è che si voglia usare la nostra Asst come testa d’ariete per adottare analoghe misure restrittive". "Non chiediamo nulla di più di quello che ci è dovuto - aggiunge Pinuccia Dossi, delegata delle Rsu per conto della Cisl -. Su quei soldi i lavoratori facevano affidamento". I sindacati hanno cercato di farsi interpreti degli stati d’animo dei lavoratori, tra i quali si respira un clima di delusione. "Queste persone sono quelle che ci hanno difeso dal Covid e ora, finita la retorica degli eroi, vengono trattate così. È una vergogna - sbotta Antonio Bagnaschi, funzionario della Cgil di Milano -. Quell’accordo non può essere considerato carta straccia. Siamo pronti ad impugnare la vicenda anche sul piano giuridico".

I mancati aumenti in busta-paga s’inseriscono, secondo i rappresentanti dei lavoratori, in un contesto più generale "che vede un progressivo taglio di servizi, dalla contrazione dei posti-letto alla mancata stabilizzazione del personale precario - dice Salvatore Pepe, coordinatore delle Rsu -. Non è questa la sanità che vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli". "Serve un rilancio dell’attività in tutti i presìdi dell’azienda - fa eco Gelsomina Savoia, della Fials -. Bisogna valorizzare il capitale umano e le strutture dell’Asst attraverso un confronto con sindaci e associazioni". Intanto, l’azienda ribadisce la disponibilità a un confronto.

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