
"Celando le ingenti effettive perdite, ed evitando le necessarie ricapitalizzazioni, nonché riuscendo a mantenere la quotazione di Visibilia Editore...
"Celando le ingenti effettive perdite, ed evitando le necessarie ricapitalizzazioni, nonché riuscendo a mantenere la quotazione di Visibilia Editore spa e i rapporti bancari e finanziari in essere" non sarebbe stato "conseguito un profitto di rilevante entità" bensì si sarebbe aggravata la "condizione economica" tanto da rendere necessarie "periodiche ricapitalizzazioni". È scritto nella sentenza di patteggiamento di Visibila Editore e Visibilia Editrice accolta venerdì dalla gup Anna Magelli nel procedimento che ha visto il rinvio a giudizio per falso in bilancio della ministra Daniela Santanchè (nella foto) e di altri 16 imputati.
Visibilia Editore spa "già dal 2016" avrebbe "dovuto svalutare integralmente sia la voce avviamento" nei bilanci, sia quella "imposte anticipate", in un quadro di "utili" non "conseguiti", tra 2016 e 2020, di "assenza" di una "seria prospettiva di continuità aziendale" e di "piani industriali triennali eccessivamente ottimistici". Piani che "avevano l’effetto concreto di evitare la svalutazione dell’avviamento, in quanto le previsioni reddituali non sono mai state rispettate", scrive ancora la gup. La giudice riporta, in particolare, le "conclusioni" del commercialista e docente della Bocconi Nicola Pecchiari, consulente dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi e che ha firmato numerose "relazioni" sul caso del gruppo editoriale fondato dalla senatrice di Fratelli d’Italia. Relazioni, scrive la giudice, che "confermano" la "ipotesi investigativa" della Procura e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. E che "trovano riscontro nelle ampie valutazioni critiche svolte dalla Consob sull’operato della società di revisione, che aveva espresso giudizi senza rilievi in ordine ai bilanci".