"Violini come persone, ognuno ha la sua voce"

Sofia Manvati, 21 anni, uno dei talenti dell’Accademia Stauffer lanciati da Accardo, domani sul palco al Mondadizza Music Festival

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SONDALO (Sondrio)

di Grazia Lissi

Gran finale per Mondadizza Music Week, laboratorio musicale per giovani talenti alla quarta edizione. Oggi alle 19.30 nei boschi che circondano la frazione di Sondalo concerto con gli artisti residenti della Società dei Concerti di Milano che organizza il festival; domani appuntamento con tutti i musicisti alla Chiesa di San Giovanni Battista, alle 20,45. Fra i protagonisti delle serate Sofia Manvati, 21 anni, violinista comasca, dal 2016 studia all’Accademia Stauffer di Cremona con Salvatore Accardo, si è diplomata con 110, lode e menzione speciale, all’Issm Monteverdi di Cremona. Empatica e spontanea, Sofia si racconta rivelando tenacia, passione e talento: "Suonare con ragazzi della mia età stimola, entusiasma; lavoriamo e ci facciamo grandi risate. Non faccio che ringraziare Enrica Ciccarelli Mormone, presidente della Società, per avermi voluto e portato in questo posto bellissimo".

Come ha scoperto il violino? "I miei non sono musicisti ma amano natura, musica e arte, mia madre è una restauratrice; fin da piccole io e mia sorella siamo state in contatto la bellezza, visitato musei. I miei ricordano che io, a 6 anni, ascoltando un saggio di una scuola di musica ho visto il violino e ho detto: “Lo voglio“. Mamma e papà mi hanno accontentato, ho iniziato a studiare con un’insegnante privata fino al Conservatorio".

Come si è trovata?

"Mi è servito per il titolo, ma la ricerca di un’insegnante giusta si è rivelata un travaglio. Infine l’ho trovato prima con Mariana Sirbu, poi Laura Gorna e Salvatore Accardo".

Quando ha capito che sarebbe stata la sua professione? "L’ho sempre saputo ma da bambina hai anche altri interessi: volevo diventare veterinaria, biologa marina. Adoro disegnare, avevo pensato al liceo artistico; poi suonare è diventata un’urgenza e non ho desiderato altro, non posso vivere senza".

E’ stata scelta dal Museo del Violino per suonare storici strumenti. Un privilegio?

"Sì, tanto. Nel 2016 sono stata scelta da Accardo all’Accademia Stauffer, nel 2019 mi sono trasferita a Cremona. Considero la collaborazione conl Museo il mio primo lavoro importante; suonare antichi violini significa confrontarsi con la storia dell’arte europea. Suonare musica barocca, dell’8-900 è un’esperienza straordinaria. Quello con cui mi esibisco spesso è “Vesuvius“ costruito da Stradivari nel 1727 ma conosco anche altri violini. Sono come esseri umani: ognuno possiede una propria voce. Capisco sempre di più la leggenda degli Stradivari, non ho parole per descrivere il loro suono".

Cosa fa quando non studia? "Disegno, amo stare con la mia famiglia, passeggiare col cane. Forse perché sono nata non lontano dal Lago di Como ho amore per l’acqua, nuoto appena posso. Suono spesso con Giorgio Lazzeri, meraviglioso pianista e mio fidanzato, programmiamo di fare concorsi internazionali e nazionali insieme".

Cosa le dà la musica?

"Tutto, spero di poter realizzare i miei sogni: diventare solista, suonare tanta musica da camera, un musicista deve sapere suonare in orchestra e da solo". I suoi genitori come vivono la sua carriera artistica?

"Sostenendomi, so che avrebbero appoggiato qualsiasi scelta, come con mia sorella. Non sono mai stati invadenti, averli sempre vicino mi ha reso più solida, serena".

Si è mai detta: “Lascio perdere“?

"No, la musica è parte di me. A volta è terribile sentirsi dire no e cado nello sconforto; il livello medio dei nuovi musicisti è più alto, la competizione enorme, sentirsi rifiutare posti, concorsi, audizioni è duro ma non è il fine della mia vita".

Quando ha una notizia a chi la comunica per primo?

"A mia madre, fra noi c’è un rapporto speciale...".

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