STEFANIA TOTARO
Cronaca

Violenza sessuale su un’anziana a Sesto. L’indagato di 42 anni si impicca nel "carcere dei suicidi" di Pavia

L’egiziano era accusato di aver stuprato una 89enne con deficit cognitivi nell’androne di casa. Tre avvocati cambiati in pochi mesi e richieste di rinvio dell’udienza. L’ultima bocciata dal giudice.

Violenza sessuale su un’anziana a Sesto. L’indagato di 42 anni si impicca nel "carcere dei suicidi" di Pavia

Violenza sessuale su un’anziana a Sesto. L’indagato di 42 anni si impicca nel "carcere dei suicidi" di Pavia

Si è impiccato nel carcere di Pavia ed è morto dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale l’egiziano di 42 anni accusato di avere selvaggiamente picchiato e abusato sessualmente per un’ora nel settembre scorso di una donna di 89 anni con deficit cognitivi nell’androne della sua abitazione a Sesto San Giovanni. Ahmed Fathy Ehaddad è la undicesima vittima nella casa circondariale Torre del Gallo, soprannominata “carcere dei suicidi“ da quando, tra il 2021 e il 2022, nove detenuti si tolsero la vita e di recente anche il trapper 26enne brianzolo Jordan Jeffrey Baby.

Il 16 aprile l’imputato 42enne, senza fissa dimora, sottoposto a fermo per violenza sessuale e rapina aggravate, era chiamato al processo con il rito abbreviato al Tribunale di Monza. La Procura aveva chiesto il giudizio immediato dopo che i campioni biologici repertati dai carabinieri sul luogo dell’aggressione e analizzati da un esperto in incidente probatorio sono risultati corrispondenti al dna dell’indagato. L’egiziano aveva cambiato tre difensori facendo rinviare due volte l’udienza, dove comunque la vittima delle sevizie non si era costituita parte civile per ottenere un risarcimento dei danni. Al momento del fermo il 42enne aveva nominato di fiducia l’avvocato monzese che gli era stato affiancato d’ufficio, ma prima dell’iniziale appuntamento in Tribunale per la discussione dell’incidente probatorio aveva rinunciato alla difesa nominando un altro legale del Foro di Genova, che non si era potuto presentare a Monza e aveva chiesto e ottenuto un rinvio.

La terza volta nell’ufficio del gip era arrivato un terzo difensore nominato dall’egiziano come legale di fiducia, un’avvocata di Milano, che aveva chiesto un altro rinvio, ma questa volta il giudice non l’aveva concesso, ipotizzando che l’obiettivo dell’indagato fosse quello di tirare alla lunga il procedimento penale. Secondo l’accusa, dopo gli abusi, avvenuti nella notte tra 26 e 27 settembre, l’egiziano ha anche derubato dei soldi che aveva nella borsetta la donna, che era uscita di notte per andare in farmacia e, durante il tragitto, ha incontrato il 42enne.

L’uomo sembrava gentile e tranquillo e si era offerto di riaccompagnarla a casa: non appena arrivati nell’androne del palazzo, però, l’ha malmenata e ha abusato di lei per circa un’ora. Il giorno successivo il custode del palazzo si è accorto di alcune macchie di sangue all’ingresso e ha chiamato i carabinieri. I militari hanno rintracciato la donna, trovata nel suo appartamento in stato confusionale, con alcune lesioni sul corpo, e l’hanno accompagnata alla clinica Mangiagalli, dove i medici hanno trovato tracce degli abusi sessuali. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza dello stabile hanno confermato le violenze. Il 6 ottobre seguente i carabinieri hanno rintracciato il 42enne nella zona della stazione di Sesto San Giovanni.

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