Violentata nell’area cani. Il Dna scagiona il calciatore: "Non appartiene a lui"

Il giudice ha revocato la misura cautelare e scarcerato il venticinquenne arrestato a gennaio. La sua versione: ho incontrato la giovane, ma poi sono andato via. C’erano altri due uomini lì.

Violentata nell’area cani. Il Dna scagiona il calciatore: "Non appartiene a lui"

Violentata nell’area cani. Il Dna scagiona il calciatore: "Non appartiene a lui"

Il venticinquenne Stanislav B., operaio e calciatore dilettante della Vogherese, è stato scarcerato. Gli accertamenti sul Dna hanno escluso che siano sue le tracce genetiche repertate sulla diciannovenne che alle 3 del 23 ottobre ha denunciato alla polizia di essere stata violentata nell’area cani del parco Wanda Osiris di via Veglia, a due passi da piazzale Istria. Davanti al giudice nell’interrogatorio seguito all’arresto di fine gennaio, l’uomo aveva respinto le accuse, negando che il Dna fosse suo e dando una versione dei fatti alternativa: quella notte, aveva effettivamente incontrato la ragazza e ci aveva parlato, ma, al contrario di quanto ipotizzato dall’accusa, si era allontanato quando la diciannovenne, ubriaca dopo aver bevuto una bottiglia di vodka, gli avrebbe fatto intendere di volere un rapporto sessuale con lui; B. ha aggiunto che in quei minuti c’erano altri due uomini nell’area verde, seduti su una panchina poco distante.

Dopo le analisi, il gip Alberto Carboni, come anticipato dall’Agi, ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dall’avvocato dell’operaio, Daniela Damiano. L’inchiesta dei poliziotti della Squadra mobile, coordinati dal pm Rosaria Stagnaro, è partita dall’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza: alcune immagini hanno ritratto l’uomo mentre si dirigeva verso il parco e al momento di tornare indietro. In particolare, all’1.22 e 56 secondi, l’occhio elettronico di una filiale Unicredit ha ripreso prima il passaggio della diciannovenne e poi quello dell’uomo, a una distanza temporale di appena 15 secondi. Poi gli agenti hanno scoperto da una società di car sharing che la notte del 23 ottobre il venticinquenne aveva noleggiato una C3, prendendola in consegna alle 0.18 in via Veglia e posteggiandola definitivamente nella stessa strada 35 minuti dopo.

Il 29 novembre, la vittima ha riconosciuto il volto di Stanislav tra le foto che le sono state mostrate dalle forze dell’ordine: "È lui". Ora, però, gli accertamenti genetici sembrano scagionare definitivamente l’indagato. Il che vuol dire che gli accertamenti investigativi dovranno ripartire da zero per cercare il vero aggressore.

Nicola Palma