"Vince l’appartenenza Ma il vero problema è che pochi votano"

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Avvocato Luca Degani, la lista Fontana è andata meglio di cinque anni fa eppure le preferenze non hanno premiato persone come lei, con competenze tecniche nel sociosanitario. Perché?

"Posso pensare che abbia influito anche una dinamica psicologica, voler rimuovere quel periodo durissimo che è stata l’epoca del Covid. Il tema ora però è ridefinire la sanità territoriale, e sia a centrosinistra che a centrodestra non è stato premiato né chi diceva che aumentando le risorse si sarebbero risolti i problemi né chi, come me, sosteneva la necessità di ripensare il sistema ed efficientarlo poiché le risorse non si possono aumentare per dinamiche demografiche".

A destra e a sinistra i campioni di preferenze sono spesso sindaci.

"Credo che l’attenzione degli elettori non si sia appuntata sulla soddisfazione dei propri bisogni di sistema, ma più sul valore di una relazione di tipo “personalistico” con la politica. Il voto di appartenenza non è nelle mie corde ma non dev’essere valutato negativamente. La democrazia è un valore assoluto, gli eletti hanno sempre ragione perché rappresentano gli interessi dei lombardi. Starà a loro individuare figure tecniche per farsi affiancare nella revisione delle politiche necessaria a continuare a garantire a tutti il diritto alla salute".

L’affluenza ha penalizzato le candidature civiche?

"Sì e tanto più quelle che dovevano portare competenze specifiche. La vera domanda è perché abbia votato solo il 41%. Il rischio di una disaffezione alla politica in quanto tale, di sfiducia nel fatto che possa modificare la situazione della popolazione, è la cosa più preoccupante. Ed è un quesito che chi è stato eletto, ma chiunque voglia continuare a fare politica, deve porsi".Giulia Bonezzi

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