
Villa Ghirlanda si racconta Applausi a scena aperta alla storia in costume
di Laura Lana
C’è Donato II Silva, il burbero capostipite della dinastia dalla spiccata personalità (scriveva di botanica, realizzava calamite, teneva un maxi cannocchiale sul terrazzo della torretta), che proprio non digerisce le modifiche apportate alla sua villa e al giardino illuminista, dove coltivava l’ananas ben prima della nascita dell’orto botanico di Brera. C’è il nipote Ercole e poi Carlo, l’ultimo erede. La coppia di giardinieri, che parla in dialetto e porta "venti rivoluzionari" in via Frova, raccontando agli spettatori tutti il gran lavoro per tenere ordinato e rigoglioso uno tra i primi giardini all’inglese in Italia. E, ancora, la principessa Beatrice, la musa, e altri personaggi che riportano indietro nel tempo Villa Ghirlanda Silva.
La visita teatralizzata, in costume d’epoca, è diventata una delle attività più apprezzate degli Amici del Pertini e di Villa Ghirlanda, l’associazione nata per valorizzare la cultura, i luoghi e il patrimonio. "Siamo tutti dipendenti dell’Inps, tranne una persona – raccontano –. Noi ci divertiamo e gli applausi del pubblico sono la nostra soddisfazione. Sono una carezza all’anima". Ai venti soci fondatori, oltre ai numerosi iscritti, si è unito recentemente il regista Nino Zaccagnino. Alle spalle una grande ricerca storica e documentale. Gli attori raccontano gli affreschi perduti, come quello esterno sull’abbondanza, i significati dei medaglioni delle quattro stagioni, la storia dell’obelisco (tra i primi inseriti in giardini storici) e del tempietto della salute, i lavori dei grandi architetti dell’epoca approdati a Cinisello, Giuseppe Piermarini, quello della Scala di Milano, Giuseppe Levati, il maestro Luigi Scrosati, "all’epoca molto apprezzato, si occupò del restauro di parecchie, ville e palazzi nobiliari", ricorda Angelo Borgonovo, presidente della onlus che ha realizzato anche il libro sulle corti. "Sono un cinesellese doc, appassionato di storia, delle nostre tradizioni, fin da bambino. Quando sono andato in pensione volevo occupare il tempo con qualcosa di utile e mi sono avvicinato al Pertini. Non ho più smesso". La villa è al centro di una nuova raccolta fondi per i restauri, a cui ha partecipato anche Ottavio Fabbri: 40 opere esposte sono in vendita e il ricavato sarà destinato ai lavori con l’Art Bonus: un quadro è andato all’asta durante l’inaugurazione, altri prenotati, per un’iniziativa unica.