NICOLA PALMA
Cronaca

L’esperimento di viale Abruzzi: 15 anni con i graffiti nel mirino. Da 2021 i writer vandalici sono tornati all’assalto

Il progetto "Quartiere sicuro" monitora dal 2008 le tag su 38 edifici e 73 serrande. Il boom degli ultimi anni è legato alla minore attenzione al fenomeno e al ritorno di crew e graffitari già indagati

Un graffito

Milano – Un esperimento senza precedenti in Italia. Un mix di senso civico e voglia di analizzare fenomeni sociali che alimentano il degrado urbano. Per quindici anni, esattamente dal 3 ottobre 2008, il progetto "Milano quartiere pulito" del comitato di quartiere Abruzzi-Piccinni ha monitorato giorno per giorno i graffiti comparsi sugli edifici compresi tra i civici 1 e 38 di viale Abruzzi, con gli obiettivi dichiarati di intervenire il prima possibile per eliminare tag e scarabocchi e di "sensibilizzare i residenti a diventare parte attiva di un processo di riconquista della propria via". Un’attività ancora in corso, messa in atto da cittadini-volontari che si sono anche accollati per intero i costi del materiale per gli interventi di ripulitura della vernice spray. "La mission – spiega Fabiola Minoletti, anima dell’associazione ed esperta del fenomeno del writing vandalico – è creare un precedente virtuoso attraverso un’azione dal basso che ispiri una cultura del fare e una sinergia tra cittadini e istituzioni, così da abituare le persone a vivere in un ambiente tag-free".

Partiamo dagli immobili sotto osservazione per 180 mesi: 38 palazzi, 73 serrande di esercizi commerciali e 96 manufatti tra chioschi, centraline telefoniche, cestini dei rifiuti, fioriere, cartelli stradali e strutture metalliche. In totale, sono stati censiti 1.117 imbrattamenti in 15 anni e 284 interventi per cancellarli di volta in volta. Le statistiche messe insieme dai promotori dell’iniziativa raccontano che i writer hanno preso di mira soprattutto i palazzi che affacciano su viale Abruzzi (18,3% ogni tre mesi di osservazione), seguiti da serrande e manufatti. Il periodo più lungo senza nuovi graffiti risale ai nove mesi compresi tra il marzo e il dicembre del 2014. I picchi, invece, sono stati registrati in concomitanza col passaggio di gruppi di graffitari appartenenti alla stessa crew: l’escalation più consistente è andata in scena a cavallo tra 2010 e 2011, attribuita a seriali come Caos, Harvey, Blak, Hers e Snake.

Tra il 2013 e il 2020 , le percentuali di nuovi imbrattamenti si sono sensibilmente abbassate, anche grazie all’attività repressiva e investigativa del Nucleo antigraffiti della polizia locale. Nel 2021, c’è stata una netta inversione di tendenza, coincisa con una minore attenzione al fenomeno da parte delle istituzioni, con il ritorno sul territorio di writer finiti in precedenza sotto indagine e con l’apertura di locali che attirano sempre più ragazzi. Bastano i numeri a descrivere il trend: negli ultimi tre anni, l’incidenza totale è passata dal 27% al 148%, con cifre quintuplicate; nel caso dei palazzi, le cifre vanno addirittura moltiplicate per sei (da 55 a 351%), mentre per le serrande la percentuale è cresciuta dal 29 al 163%. Tradotto: l’impegno civico non basta a battere i vandali se le altre forze in campo abbassano la guardia.