SIMONA BALLATORE
Cronaca

Milano, via dell’Ovest. E la periferia diventa centro

Il progetto del Politecnico sulla dorsale di via Novara che intercetta parchi e attiva spazi sociali

I due rendering “fusi” insieme

Milano, 11 agosto 2019 - La strada dell’Ovest corre lungo via Novara e, un tempo, dal cuore di Milano portava dritto in Francia. Ritracciandola si possono unire polmoni verdi, quartieri “fragili”, occasioni. Il “West Road Project” del Politecnico di Milano parte da qui e mette al centro la mobilità leggera. «Tutto è cominciato da un confronto con Italia Nostra (partner del progetto, ndr) che voleva connettere i parchi storici a Ovest di Milano, Boscoincittà, Trenno e Parco delle Cave con il centro di Milano - spiega Andrea Di Franco, professore del dipartimento di Architettura e Studi urbani -. Una direttrice c’è già ed è proprio via Novara, che cambia nome lungo il percorso. L’ipotesi allo studio è creare uno spazio per la viabilità lenta». Con questo obiettivo si continua a lavorare dal 2017, quando il progetto si è aggiudicato i finanziamenti del Polisocial Award (attraverso il 5X1000 all’ateneo) dedicato alle periferie, aggiungendo un tassello alla volta.

La via dell’Ovest inizia a prendere forma da via Abbiati e via Quarti. «Come Politecnico abbiamo cercato di rendere più funzionale l’istanza riqualificando spazi lungo questa dorsale - continua Di Franco - preparando la via visto che l’impegno economico, per realizzare tutta la Strada dell’Ovest, è davvero importante. Il tracciato è stato quindi diviso in una rete più piccola di percorsi e di spazi pubblici che vanno ad ammagliare e a connettere anche i punti più problematici della periferia, mettendo in comunicazione luoghi più marginali con la storia e il centro della città». Premessa: mobilità sostenibile non fa rima necessariamente con infrastruttura percorribile solo in bici o a piedi. «Abbiamo iniziato a restituire gli spazi già esistenti, marciapiedi e slarghi, agli abitanti che si muovono lentamente o abitano quei luoghi, che diventano anche elementi di sosta».

Succede a San Siro, in via Gigante e in via Abbiati, proprio di fronte alla nuova “antenna” aperta del Politecnico e chiamata “Off-Campus”: il parcheggio selvaggio sparisce a favore di un marciapiede riqualificato e ripiantumato. «Inseriremo sedute e attrezzature, abbiamo trovato anche uno sponsor norvegese per vestire la struttura in legno - continua il professore -, creeremo una sorta di palchetto. Ci sarà una rastrelliera per le biciclette, l’idea è rendere lo spazio più amichevole». Prossima tappa - e anche qui il progetto sta già prendendo forma - è via Quarti. «Siamo consapevoli delle problematiche - ricorda Di Franco - abbiamo sette condomini anni Ottanta con una grande quantità di abitanti abusivi, ma molti di loro si sono integrati e questo può diventare una risorsa». Il team del Politecnico ha quindi iniziato a lavorare proprio sull’ultimo tratto della via, che passa dalle sette torri e si perde nel Parco delle Cave.

«Vogliamo fare in modo che diventi una strada parco, seppure con l’asfalto per terra - spiega il docente - un ambiente di gioco per i cittadini con attrezzature, alberi, riconquistando punti per il verde. Il progetto è molto partecipato e così deve essere: abbiamo coinvolto le popolazioni locali altrimenti si rischia un progetto calato dall’alto che non porta da nessuna parte. Il processo di dialogo è durato un anno e mezzo, e continua per armonizzare le esigenze delle diverse generazioni».

Sul percorso si incrocia anche una grossa operazione immobiliare in Calchi Taeggi: sono previsti oneri di urbanizzazione per riqualificare il Parco delle Cave. «Stiamo lavorando per capire come integrare gli sforzi», spiegano i progettisti del Politecnico mentre disegnano le prossime tappe: l’area delle Cascine Nuove e la zona di via Paravia e Ricciarelli. «Ci hanno chiesto di ripensare allo spazio davanti a una ditta farmaceutica. A fine estate torneremo al lavoro».