GIAMBATTISTA
Cronaca

Via libera del Pirellone. Piattaforme logistiche. La Regione fissa i criteri per le nuove aperture

La legge prevede iter diversi in base alle dimensioni delle strutture. Per le più grandi entrano in gioco le Province e Palazzo Lombardia. Sì del Pd. M5S, Avs e Patto Civico: suolo consumato, buoi già scappati.

La legge prevede iter diversi in base alle dimensioni delle strutture. Per le più grandi entrano in gioco le Province e Palazzo Lombardia. Sì del Pd. M5S, Avs e Patto Civico: suolo consumato, buoi già scappati.

La legge prevede iter diversi in base alle dimensioni delle strutture. Per le più grandi entrano in gioco le Province e Palazzo Lombardia. Sì del Pd. M5S, Avs e Patto Civico: suolo consumato, buoi già scappati.

Anastasio

Il Consiglio regionale ha approvato la legge che disciplina l’insediamento di nuove piattaforme della logistica in Lombardia ma anche l’eventuale ampliamento delle piattaforme esistenti. Un’approvazione avvenuta con i voti dei partiti di maggioranza, ai quali si è unito il Pd. La versione finale della legge è, infatti, il risultato dell’unificazione del testo di iniziativa della Giunta lombarda e del testo che aveva invece come primo firmatario Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd. Contrari il Movimento 5 Stelle, il Patto Civico e Alleanza Verdi Sinistra.

Nel dettaglio, la legge distingue tre diversi iter autorizzativi in base all’estensione della piattaforma per la quale si fa richiesta: per piattaforme con un’estensione non superiore ai tre ettari (o 30mila metri quadrati) la competenza resta al Comune, per piattaforme tra i 3 e i 20 ettari (quindi tra i 30mila e i 200mila metri quadrati) è previsto il coinvolgimento della Provincia o della Città Metropolitana, chiamate a definire quali siano gli ambiti territoriali nei quali si possono aprire strutture di logistica. In caso di piattaforme oltre i 200mila metri quadrati occorrerà attendere invece il parere della Regione. Ed è la stessa Regione, con la legge appena approvata, a definire i criteri in base ai quali possono essere individuati e scelti gli ambiti territoriali adeguati ad ospitare nuova logistica. I principali sono la presenza di infrastrutture della mobilità quali tangenziali e strade ad alto scorrimento extraurbane e la storicità della vocazione logistica dell’area considerata, vale a dire l’esistenza di altre piattaforme logistiche in modo da poter utilizzare – questa la ratio della norma – infrastrutture già esistenti. Un emendamento approvato dal Consiglio regionale e presentato da Jonathan Lobati (Forza Italia), presidente della Commissione Territorio del Pirellone nonché relatore della legge, invita la Giunta "a prevedere un contributo da destinare alla Città Metropolitana di Milano e alle Province lombarde per sostenere le spese utili all’individuazione degli ambiti territoriali idonei alla localizzazione degli insediamenti logistici sovracomunali" previsti proprio dalla legge. Infine, per evitare nuovo consumo di suolo, il provvedimento regionale prevede iter autorizzativi semplificati per chi è disposto ad aprire piattaforme logistiche in aree dismesse o di rigenerazione.

"Questa legge – spiega Lobati – non è contro le piattoforme logistiche ma va incontro alla necessità che ci sia uno sviluppo ordinato delle stesse attraverso una determinata regolamentazione urbanistica. Sono soddisfatto del lavoro che ha portato all’approvazione a larga maggioranza del provvedimento che riveste un’importanza strategica per l’economia lombarda e per la salvaguardia del nostro territorio". "Finalmente, a tre anni dalla nostra proposta, la Lombardia avrà una normativa per regolamentare i numerosi insediamenti della logistica che nella nostra regione sono da tempo fuori controllo e la cui competenza è esclusivamente dei Comuni e dei loro Piani di governo del territorio – commenta Piloni –. Non si tratta di mettere le briglie, ma di governare una realtà che negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale, soprattutto in Lombardia, dove si produce il 33% del fatturato nazionale. Speriamo che non sia troppo tardi e anche se molti buoi sono già scappati questa legge rappresenta un punto di partenza". Quanto ai buoi, il riferimento è alle parole di Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra: "Con 20 anni di ritardo arriva una legge sui poli logistici. Intanto sono stati consumati duemila ettari di suolo libero e agricolo: i buoi sono scappati". Critico anche Nicola Di Marco, capogruppo dei Cinque Stelle: "Ennesima candidatura al fallimento della Regione in materia di salvaguardia del territorio. Dopo i pessimi risultati della legge contro il consumo di suolo e per la rigenerazione urbana ora si passa alla logistica. Serviva un chiaro stop al consumo di suolo che il testo non contiene". Michela Palestra, capogruppo del Patto Civico, ha presentato una questione pregiudiziale, poi sottoscritta anche da Azione–Italia Viva, che è stata respinta: "Abbiamo chiesto lo stop a un progetto di legge raffazzonato, frettoloso. Si sarebbe dovuto ripartire da dati, approfondimenti e ascolto degli stakeholders. Così come è scritta, la legge rischia di procurare più danni che benefici".