
I controlli nella zona di via Gola
Milano, 26 febbraio 2017 - Una ventina di carabinieri. In divisa. Quattro ore, dalle otto di venerdì sera a mezzanotte, a perlustrare il dedalo di stradine che fa perno su via Gola, una delle realtà più problematiche della città. Spaccio di droga che resiste ai blitz delle forze dell’ordine. E case popolari storicamente imbottite di inquilini abusivi, con la «protezione» neanche troppo velata dei gruppi antagonisti. La missione, però, non era né quella di bloccare i pusher nordafricani che smerciano hashish e cocaina all’angolo con via Ascanio Sforza, lungo il Naviglio Pavese, tantomeno quella di sgomberare gli occupanti irregolari dagli stabili di via Borsi e via Pichi. L’obiettivo, piuttosto, era quello di ribadire ai cittadini che lottano per la legalità che non sono soli al fronte. E se c’era qualche residente che non aveva mai trovato il coraggio di andare in caserma, ieri ha avuto l’occasione di parlare con gli uomini della Compagnia Porta Magenta, guidati dal capitano Fabio Manzo. I militari hanno parlato e preso contatti. Informazioni preziose per conoscere ancor di più il territorio e dritte da far fruttare con gli approfondimenti investigativi.
Ballatoi, cantine e androni dei palazzi: tutti gli spazi comuni sono stati passati al setaccio angolo per angolo. Ecco il bilancio complessivo della serata, per restare ai numeri: controlli su 50 persone (di cui 5 sprovviste di documenti), 24 auto e 3 esercizi commerciali. Stesso copione a metà settimana: altro servizio straordinario. Il messaggio: i riflettori non si sono spenti su via Gola e dintorni. E del resto la cronaca recentissima, senza andare troppo indietro nel tempo, rimanda un episodio emblematico. Capodanno, poco dopo le 2: un gruppo di militanti dei centri sociali erige una barriera di vecchi mobili e la incendia. Le fiamme arrivano a lambire le facciate degli edifici, scatta l’allarme ai pompieri. Sembra un intervento come tanti altri, ma a un certo punto la situazione degenera: i vigili del fuoco vengono letteralmente respinti da una raffica di lanci di bottiglie. Come dire: questa zona è nostra, non provate a entrarci.
Così come si sentono padroni gli spacciatori che fanno base nei pochi metri quadrati di un distribuore automatico di snack. Un paio di mesi fa, lì è andata in scena un’operazione anti-droga della polizia locale: quaranta ghisa per cinturare l’area e chiudere tutte le possibili vie di fuga. Dei tre bloccati in flagranza due finirono in carcere (un tunisino di 47 anni e un egiziano di 48) e uno, italiano di 32 anni, ai domiciliari. In un appartamento occupato di via Pichi in cui ha dichiarato di essere residente.
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