
Maria Cristina Cella Mocellin, morta nel ’95
Cinisello Balsamo (Milano) - La cinesellese Maria Cristina Cella Mocellin è morta quasi 26 anni fa, e 26 anni era proprio la sua età quando morì: benché giovanissima, era già madre di tre bambini piccoli. Proprio per preservare il più piccolo dei suoi figli, che portava ancora in grembo, rifiutò di sottoporsi a cure invasive per sconfiggere un sarcoma che l’aveva colpita a una gamba. Per quel suo gesto eroico ora Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che rende la giovane cinesellese “venerabile”. Il suo percorso verso la beatificazione si accompagna a quello di altre due persone dalle “virtù eroiche” che il Papa ha reso venerabili. Si tratta di Placido Cortese (al secolo: Nicolò), sacerdote professo dell’ordine dei Frati minori conventuali, morto a Trieste nel novembre 1944; e della Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi, fedele laica morta il 16 giugno 2012.
Maria Cristina Cella Mocellin (che tutti chiamavano Cristina) è nata e cresciuta a Cinisello Balsamo, dove ha conosciuto la fede nella chiesa della Sacra Famiglia, nel quartiere Bellaria. Giovanissima ha sposato Carlo Mocellin e si è trasferita a Bassano del Grappa dove ha dato alla luce due figli. Già a 18 anni le era stato diagnosticato un sarcoma alla gamba che sembrava essere stato sconfitto definitivamente. Invece, la malattia si è ripresentata inesorabile poco dopo che Maria Cristina aveva scoperto di essere incinta del terzo figlio. A quel punto la sua decisione, condivisa con il marito, è stata drastica. Ha accettato solamente le cure che non avrebbero sicuramente nuociuto al suo bambino. Ha atteso la sua nascita, ma nel frattempo la malattia è progredita coinvolgendo anche i polmoni fino a portarla alla morte, avvenuta il 22 ottobre 1995.
Una donna normale, una ragazza giovane e innamorata della vita e del senso di famiglia. Per questo il suo messaggio di amore verso i figli è divenuto testimonianza per la Chiesa. A Cinisello Balsamo un gruppo di amici d’infanzia e di parrocchiani ha lavorato lungamente per imbastire la causa di beatificazione, attraverso l’associazione Amici di Cristina onlus. L’Unità pastorale del Medio Brenta ha proceduto alla causa di beatificazione che è stata a lungo sui tavoli della Congregazione delle Cause dei Santi, in Vaticano. La dichiarazione di venerabilità non è che il primo passo della causa di beatificazione. Ora, si aprirà la possibilità della beatificazione, il cui culto sarà però delimitato al territorio padovano. Proprio in Veneto la sua memoria è particolarmente viva grazie alle testimonianze del marito Carlo e alle iniziative che si tengono ogni anno per ricordarla. A Cinisello Balsamo l’associazione che raccoglie una cinquantina di amici lavora per sostenere con un aiuto economico enti che si adoperano per promuovere la vita umana. In particolare in questi anni ha sostenuto il centro d’ascolto “Il Chiostro” della parrocchia Sacra Famiglia e la Casa dell’accoglienza a Cinisello; la Casa dei padri di Cantù; il Movimento per la vita; l’adozione a distanza di un ragazzo del Congo; le opere delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret; la Casa d’accoglienza di Saccolongo a Padova (dedicata a Maria Cristina).