Vasca di laminazione: "Siano consultati i Comuni"

Il progetto del gigantesco bacino contro i rischi di esondazione preoccupa i centri abitati coivolti

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Maxi vasca di laminazione del Molgora, progettazione avanti, e il Comune rinnova l’appello alla Regione: "Opera di grande impatto, prima di qualsiasi scelta si ascoltino i Comuni". Nei giorni scorsi l’ultimo carteggio fra il Consorzio del Canale Villoresi e il Ministero dell’ambiente, che, nel febbraio scorso, aveva stanziato per la progettazione dell’opera circa 750mila euro, inserendo la vasca in Martesana nell’elenco dei progetti "urgenti e prioritari" per la prevenzione del dissesto idrogeologico nella regione. Ora da Roma si chiedono dettagli sul cronoprogramma del progetto in itinere: sul piatto un finanziamento per la realizzazione di circa 30 milioni di euro. Prosegue dunque il cammino del discusso progetto bis della vasca di laminazione, 850 metri cubi di scavo ipotizzati su 30 ettari di area agricola fra Bussero, Pessano con Bornago e Gorgonzola. Risale a un anno fa la riattivazione di un iter che era già partito nei primi anni Duemila ma che riguardava, all’epoca, una struttura di calibro molto minore. Si discute oggi di una vasca di laminazione grande come 75 campi da calcio, a cavallo di tre Comuni e su aree verdi, e affiancata da una collina dell’altezza di 25 metri di materiale da scavo. Dopo la notizia del primo finanziamento il Comune di Bussero, quello su cui insiste la porzione maggiore d’impianto, aveva chiesto chiarimenti alla Regione. Così ha fatto, nuovamente, l’altro giorno. "Ancora una volta – dice Massimo Vadori (nella foto) il sindaco busserese – ho avuto garanzie dagli uffici competenti che nel cronoprogramma regionale rispetto a questo intervento l’interlocuzione con i Comuni è al primo posto". A oggi non c’è progetto, ma una scheda tecnica di fattibilità realizzata per presentare la richiesta di finanziamenti. Il calibro dell’opera, spiegarono un anno fa i tecnici consortili, era frutto di studi recenti e dati aggiornati su precipitazioni e rischio alluvione. Su un territorio, quello dell’est milanese, che, complici anche le nuove infrastrutture, si è modificato e ‘impermeabilizzato’ profondamente negli anni, con un esponenziale aumento del rischio esondazione. Le dimensioni della vasca e la futura gestione erano state oggetto di una prima levata di scudi degli ambientalisti e delle perplessità dei Comuni. Nel frattempo un anno è passato " e noi non siamo stati mai ascoltati", dice Vadori. M.A.

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