Vaprio d'Adda, chiesetta a pezzi: il referendum vendere tutto o pagare i lavori

Il parroco chiama i fedeli alla consultazione sul tempio di Sant’Antonio ereditato da una principessa

Chiesa di Sant'Antonio a Vaprio d'Adda

Chiesa di Sant'Antonio a Vaprio d'Adda

Vaprio d'Adda (Milano), 28 novembre 2019 -  C’è chi come i 5 Stelle lancia il referendum per partecipare alle elezioni e chi per sconsacrare e vendere una chiesetta, oppure ristrutturarla. A Vaprio, hinterland milanese, la parrocchia ha chiesto ai fedeli di scegliere il destino di Sant’Antonio da Padova, gioiellino seicentesco nel cuore del centro, ereditato dai credenti nel 1989 direttamente dalla principessa Sveva Colonna Falcò. Ora, però, dopo 30 anni ci sono da rifare tetto, impianto elettrico e vetrate, a rischio caduta: conto 70mila euro. E il parroco don Bruno Mapelli, d’accordo con il consiglio pastorale, ha deciso di indire la consultazione che si terrà nel fine settimana. Due le ipotesi su cui i devoti dovranno pronunciarsi: cedere tutto o dare il via a una colletta per finanziare il recupero.

Termine ultimo per le offerte, 13 giugno 2020, festa del Santo al quale l’edificio è dedicato. A Vaprio, famosa per essere stata dimora di Leonardo e del suo discepolo Francesco Melzi d’Eril, la comunità ha appena ristrutturato un altro tesoro romanico, la chiesetta di San Colombano. Ma nel borgo gli scrigni da tutelare sono tanti. Per valorizzare un patrimonio come questo servono soldi, ma le parrocchie da sole non ce la fanno. 

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