Vanzago, bambini maltrattati al nido dalle educatrici ma i genitori le difendono

Davanti alla sede si raccolgono alcuni genitori certi "che tutto sia in regola". Il marito della proprietaria: non parliamo, i magistrati faranno chiarezza

Vanzago (Milano), 29 gennaio 2023 - "Vi faccio vedere io quello che fanno in questo asilo: guardate sono foto di bambini che giocano sereni, che fanno tante attività e stanno bene. Ogni giorno le maestre ci mandano decine di foto, noi abbiamo le prove. Altro che maltrattamenti". Martina Cocchetti è la mamma di un bambino che frequenta l’asilo nido privato di Vanzago, hinterland milanese, finito nel mirino delle indagini dei carabinieri di Legnano per presunti reiterati maltrattamenti nei confronti dei bambini. Mamma e rappresentante di sezione, è furiosa, difende la scuola, la direttrice e le sue collaboratrici. Eppure gli episodi raccontati della studentesse dell’istituto professionale Olivetti di Rho che facevano lo stage sono gravi. E le indagini dei carabinieri, con intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno ricostruito condotte "contrarie allo spirito educativo e formativo": bambini derisi, umiliati, strattonati, in più occasioni anche davanti alle studentesse che stavano svolgendo il tirocinio finalizzato proprio all’apprendimento della professione educativa all’interno di un nido.

Ieri pomeriggio il tamtam tra genitori è stato rapido e davanti all’asilo nido si sono dati appuntamento diverse mamme e papà, increduli e arrabbiati. Fanno scudo e non hanno nessuna intenzione di ritirare i propri figli dall’asilo nido, "lunedì mattina sarò qui per testimoniare che mi fido della struttura", racconta Serena. Ed ancora, "io oltre ad essere una mamma sono anche un’educatrice, lavoro in un’altra struttura, ma ho scelto questo asilo nido per mio figlio perché lo ritengo davvero molto valido per la proposta educativa". In paese ci sono due asili nido della stessa gestione, aperti da cinque anni. Gli episodi contestati alla direttrice e alle sue collaboratrici si sarebbero verificati in tutte e due le strutture che si trovano in spazi simili a negozi, con vetrine che danno sulla strada. Dall’esterno si vede il salone d’ingresso con gli armadietti dei bambini, tavolini, sedie e giochi. Non si vede la stanza in fondo dove vengono messi i bambini più piccoli, né la mensa, il bagno dove alcuni bambini, anche a causa del sovrannumero all’interno della struttura, sarebbero stati messi a dormire. Non si vede la stanza della nanna, dove secondo le accuse i piccoli dormivano avvolti in una coperta che gli teneva anche la testa per non farli alzare.

Ma qualcuno obietta. "Si può sbirciare dentro – fa notare un papà – secondo voi avrebbero maltrattato i nostri bambini sapendo di essere viste?". Su una vetrina c’è anche un numero di cellulare della direttrice. Al telefono risponde una voce maschile, è il marito che in malo modo rimbalza tutti. Poi si presenta davanti all’asilo nido, conferma la volontà di non entrare nel merito delle indagini e delle accuse con un laconico: "Sarà la magistratura a fare chiarezza, adesso non parliamo".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro