Bimbi maltrattati all’asilo di Vanzago, l'inchiesta: "Vogliamo capire come stanno le cose"

Il nido privato è finito nel mirino della magistratura, indagate la direttrice e cinque maestre. Una decina di famiglie ha scelto di dare fiducia alla struttura

L’arrivo dei bambini ieri mattina alle 7.30 nel nido riaperto

L’arrivo dei bambini ieri mattina alle 7.30 nel nido riaperto

Vanzago (Milano) - Arrivano alla spicciolata, mamme, papà e anche qualche nonno. Affrettano il passo quando vedono giornalisti e fotografi, "lasciateci stare". Qualcuno minaccia anche di chiamare i carabinieri. C’è tanta rabbia nel giorno di riapertura dell’asilo nido privato di Vanzago finito nel mirino delle indagini dei carabinieri di Legnano per reiterati maltrattamenti nel confronti di 17 bambini, ma nessuno ha voglia di parlare. I fatti che vengono contestati alla direttrice e alle cinque collaboratrici e che sono riportati negli atti dell’indagine dei carabinieri della Compagnia di Legnano, sono molto gravi.

Insulti, spintoni e ginocchiate, bambini che venivano anche bersagliati dal lancio di palline. L’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale dell’obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria e interdittiva del divieto di esercizio della professione per 12 mesi, firmata dal Gip del Tribunale di Milano, Ileana Ramundo, ha allontanato le responsabili dei maltrattamenti dell’asilo, ma non lo ha chiuso.

E così ieri mattina alle 7.30 entrambe le sedi hanno riaperto. Ai genitori domenica sera è stato comunicato il nome della maestra che avrà il ruolo di coordinare l’attività in queste settimane. E dopo un weekend di telefonate e confronto sulle chat, con qualche genitore che si è recato in caserma per chiedere altre notizie sulla vicenda, una decina di famiglie ha scelto di dare fiducia alla struttura e portare i propri figli in entrambe le sedi della struttura. Non tutti però, qualcuno si presenta all’asilo ma senza il figlio, "stiamo alla finestra, perché vogliamo davvero capire come stanno le cose", spiega un papà che ha deciso di tenere a casa il bambino. Altri invece non porteranno più i figli in quel nido, "come facciamo a stare tranquilli?".

Fuori tra i genitori c’è rabbia e incredulità. Dentro c’è il desiderio di normalità: i bambini vengono accolti da due maestre, salutano mamma e papà, si siedono ai tavoli per disegnare e giocare. Le indagini sono cominciate dopo la segnalazioni di alcune studentesse dell’istituto professionale Puecher Olivetti di Rho che avevano svolto uno stage, tra lo scorso marzo e l’inizio di maggio 2022. "Il primo giorno mi ero già accorta che i bambini erano trattati un po’ male. Ricordo che venivano presi per le braccia in modo un po’ forzato, forse violento. C’era poca cura di loro.

Mi sono resa conto che molte volte le maestre dicevano bestemmie e parolacce nei confronti dei bambini". Le testimonianze delle ragazze definite "genuine e concordanti" dai magistrati, insieme alle attività tecniche e intercettazioni telefoniche hanno consentito di ricostruire quello che succedeva nell’asilo. Ma gli avvocati delle sei indagate ribattono che le testimoni sarebbero state "scartate" durante lo stage e avrebbero motivi di rancore.

 

 

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