
Valentina Cortese è stata una delle attrici di punta del cinema italiano degli anni Quaranta Oggi ha 95 anni
Milano, 29 dicembre 2018 - E' stata per un quarto di secolo l’ombra di Valentina Cortese: collaboratrice domestica e persona di massima fiducia, alla quale affidare le chiavi di un tesoro da 2 milioni di euro. Fiducia mal riposta, si può affermare oggi, visto che è arrivata la condanna definitiva a 3 anni di reclusione per la 61enne salvadoregna Juana Cordova: per la Cassazione, fu lei a trafugare la collezione di gioielli Van Cleef&Arpels dalla villa della celebre attrice milanese, approfittando del libero accesso alle due casseforti di casa; la donna avrebbe fatto sparire i preziosi con la complicità della peruviana 46enne Orellana Nelli Zuniga, che per 15 anni ha assistito la Cortese tra le 20 e le 8 e che ha patteggiato 3 anni. L’indagine della Squadra mobile scatta la mattina del primo maggio del 2016, quando la salvadoregna chiama la nuora della diva, erede designata, e le riferisce «di aver aperto la cassaforte su richiesta della proprietaria e di averla trovata vuota».
Cordova sostiene in un primo momento di aver richiuso lo scrigno per l’ultima volta «venti giorni prima», salvo poi correggere la data in «tre mesi prima». Gli approfondimenti fanno emergere ulteriori dettagli: dopo la sparizione di un anello da 200mila euro nel 2013 (fatto di cui la Cordova è stata imputata uscendone assolta «per non aver commesso il fatto»), la nuora della Cortese aveva attivato un’altra cassaforte con chiusura a combinazione per custodire la chiave della cassaforte con i gioielli; Cordova e Zuniga avevano accesso a entrambe le casseforti, così da poter mostrare all’attrice i suoi gioielli in qualsiasi momento.
La svolta dell’inchiesta arriva nell’ottobre del 2016, quando gli investigatori trovano nell’appartamento della salvadoregna altre due chiavi della cassaforte e una scatola vuota con marchio Van Cleef «analoga a quelle che contenevano i gioielli rubati». Cordova nega sin da subito le accuse, sostenendo che pure altre persone - due domestici capoverdiani e la stessa nuora della Cortese - avrebbero potuto rubare i gioielli. Dichiarazioni ritenute non sufficienti in tre gradi di giudizio. E i gioielli? Mai ritrovati.