
Nel video è la polizia a fare irruzione nel suo appartamento per arrestarlo, mentre nella vita reale è stata la guardia di finanza a bussare alla sua porta. Il giovane rapper milanese Zaccaria Mouhib, nome d’arte Baby Gang, tra gli indagati nell’inchiesta sui disordini avvenuti il 10 aprile in zona San Siro, durante la produzione di un video rap, è stato denunciato per aver riprodotto, trasmesso e diffuso, in violazione della normativa sul diritto d’autore, la foto di tre minori. Con lui sono finiti nei guai, con le stesse accuse, il regista e chi il video l’ha realizzato. I tre sono stati anche sanzionati per la violazione del copyright. A far scattare l’inchiesta delle fiamme gialle è stata la mamma dei bambini finiti non si sa bene come nel video della canzone ‘Cella 2’, in cui il rapper ventenne racconta la vita di un detenuto. La donna è una nota influencer, seguita sul web soprattutto dalle neomamme in cerca di consigli, che con grande stupore ha trovato l’immagine dei bambini riprodotta sulle principali piattaforme musicali in mezzo a frasi choc come "ero in cella chiuso da solo, guardavo quel soffitto col fumo di una Malboro", "mi mancano solo due anni", "può partire uno schiaffo o una lama, putt... galera".
In breve tempo il video è stato visualizzato più di 9,6 milioni di volte, il frame con l’immagine dei bambini sullo sfondo oltre 3 milioni di volte. La foto compare nella copertina riprodotta sulle piattaforme Itunes, Spotify, Deezer, Telecom, Qobuz.com e Amazon, a cui il Tribunale ha chiesto di rimuovere e oscurare le immagini. ‘Baby Gang’, nato a Lecco e cresciuto a Milano, facendo fede a quanto scrive nei suoi testi, non è nuovo a guai giudiziari. ‘Cella 2’ è autobiografica e si ispira al periodo passato dal rapper nel carcere minorile Beccaria. La prima denuncia per Mouhib a 12 anni, quando venne fermato per aver rubato degli abiti in un negozio. Il primo arresto a 15 anni. A maggio i sindacati di polizia hanno chiesto che un altro suo video, “Rapina“, venisse rimosso per i suoi "messaggi pericolosi". Tra le sue immagini anche quelle risalenti al 10 aprile, quando, nonostante i divieti anti Covid, trecento giovani si sono ritrovati in piazza Selinunte, a San Siro, per le riprese di un videoclip, suo e del rapper Neima Ezza, finita in sassaiola contro le forze dell’ordine. Per quell’episodio il giovane è tra i 13 indagati per manifestazione non preavvisata, violenze e resistenza a pubblico ufficiale aggravate. Tra le storie pubblicate sul suo profilo Instagram c’è una perquisizione della polizia nei suoi confronti. "Entrano a casa mia perché sono Baby Gang, non sono un esempio da seguire". E se lo dice lui...