Architetto Alessandro Maggioni, di dov’è? "Di Corbetta, poco fuori Milano, se devo attenermi alla precisione geografica".
Potrebbe definirsi milanese, uno dei 7 milioni, circa, di abitanti dell’area urbanizzata che ormai si considera ben oltre i confini del Comune. "E allora usciamo dai luoghi comuni. C’è un mondo, fuori Milano, “Città metropolitana“ di cui fanno un gran parlare visionari e pifferai magici, che però poco o nulla sanno".
Diversa è la sapienza del provinciale. "Infatti, la provincia, avendoci lavorato come furgonista da studente, la conosco bene. Di Corbetta sono stato amministratore pubblico. E ci vivo bene, in una ex-corte quattrocentesca. Ma a studiare il problema ho messo sotto i ricercatori del Poli...".
Problema “grande come una casa“, appunto, il problema della casa. "Molto bravi, Bricocoli, Peverini, Caresana lo hanno traguardato in “Abitare fuori Milano. L’abbordabilità della casa tra città attrattiva e regione urbana”, il secondo rapporto OCA (Osservatorio Casa Abbordabile), promosso e finanziato da CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori) e da LUM (Libera Unione Mutualistica)".
In uno scenario segnato dai prezzi stratosferici delle abitazioni, lavoro precario e poco pagato, aumento del costo della vita, egoismi degli operatori finanziari, è un manifesto rivoluzionario? "Autenticamente rivoluzionaria è la dottrina sociale della Chiesa, a cui si ispira CCL (che presiedo), e che nella Rerum novarum promulgata 134 anni fa da Leone XIII suscitò grandissimo interesse, e ora Robert Francis Prevost facendosi chiamare Papa Leone XIV riporta all’attenzione".
Sobriamente, com’è nel vostro stile. Ma è inutile, suvvia, fare professione di falsa umiltà. "D’accordo, il nostro primo rapporto OCA ha segnato un punto cruciale, correlando la questione dei redditi da lavoro alla inaccessibilità abitativa nella città di Milano. Un esempio: un operaio (reddito netto medio di 1.360 euro) può permettersi di acquistare con mutuo 19 mq o affittare 26 mq, ovvero per certi lavoratori l’indice di abbordabilità diventa inferiore alla superficie minima concessa per l’abitabilità".
Fuori? "Il secondo rapporto ci serve per rivitalizzare strategie di azione: guardare al mondo fuori Milano non come disperata scelta per pezzenti, ma valida alternativa di buona vita in una giusta casa".
In cifre? "La ricerca considera un territorio di 300 Comuni a cavallo di 7 Province lombarde (un quadrato di 60 km di lato intorno al capoluogo). La prima informazione interessante è la percentuale dei proprietari di casa: superiore alla media italiana, nulla in alcune aree la locazione".
I Comuni più abbordabili per un lavoratore retribuito 1.500 euro? "Quelli da cui è più difficile raggiungere Milano sui mezzi pubblici, con conseguenti tempi di pendolarismo molto elevati".
In una prospettiva di “egemonia gentile“ si dovrebbe portarvi la metropolitana. Ma anche lì aumenterebbero i costi delle case. "Reintegriamo dunque una tassa di scopo, il contributo di migliorìa. E con il ricavato si facciano alloggi popolari".
C’era una volta l’INVIM. Ma il problema della riscossione fiscale è grande come lo Stato. Rimandiamolo. E ritorniamo dove hanno sede CCL e le ACLI, in via della Signora, al centro di Milano. Da architetto, cosa osserva? "La qualità della produzione edilizia è aumentata, senz’ombra di dubbio".
Migliorato anche lo spazio pubblico? "Bilancio a zero, si poteva fare di più. Milano sta diventando un po’ banale, nella ripetizione di cliché internazionali".
Città turistica? "Il turismo ha rianimato il centro, ma lo cannibalizza, è vero. E non mi piacciono le città monoclasse (come le monoculture). Non so fin quando potrò pranzare a 10 euro al CRA2A qui accanto, in via san Giovanni in Conca. Hanno venduto, si trasferiscono. Era invece Milano la città delle osterie, dove si trovavano insieme borghesi e lavoratori".
Milano dov’è rimasta Milano? "A Lambrate, alla Bovisa, ha ancora un’anima".
Non a caso, vi ambientate nuovi progetti per fronteggiare il disagio abitativo e favorire la socialità. L’Habitat La Goccia (tra Affori e Bovisa) sarà servito dalla Parrocchia Pentecoste, oltre che stazione dei Carabinieri, supermercato ecc... "Sarà parte del PRU (Programma Riqualificazione Urbana) Certosa. Come sarà Milano? Com’era, spero, senza fratture tra vincenti e soccombenti. Grande a cominciare dall’integrazione con i Comuni di prima e seconda fascia, dove co-progettare la rigenerazione di aree dismesse".
Insomma, “cooperare per l’eternità” è il suo credo? "Il mio maestro Giancarlo Consonni (autore di “Non si salva il pianeta se non si salvano le città”, ndr) mi ha appena coinvolto nell’avventura di Giuseppe Gorla, non immobiliarista ma imprenditore mecenate che dichiara civil responsibility: a Saronno ha comprato l’ex-Isotta Fraschini per far dono alla sua città di un piano di rinascita".