Anche nell’università, come nel mondo del lavoro, abusi e molestie sulle donne sono sistematici. Questo avviene ad ogni livello benché le categorie più colpite siano quelle più “precarie”: assegniste, borsiste, specializzande e dottorande. Sono per lo più donne, ma non solo. Da un questionario somministrato dall’Università degli Studi di Milano a tutte le componenti dell’ateneo – studenti, docenti, amministrativi – sono emersi centinaia di casi di abusi e violenze sessuali.
Al sondaggio anonimo sono state fornite 5.244 risposte valide e i numeri delle molestie segnalate sono significativi: 218 violenze sessuali compiute al di fuori dell’ateneo ma con persone con cui si avevano rapporti di studio o lavoro in università; 212 tentate violenze sessuali tra palpate, carezze, baci o contatti con zone erogene, 347 episodi di stalking (atti persecutori compiuti anche via mail o sms).
Le categorie più colpite
Questi dati allarmanti sono stati presentati oggi nel corso del convegno “Le parole che non ho (ancora) detto. Insieme contro la violenza”. Al questionario ha risposto il 6% del corpo studentesco, il 25% del corpo docente, il 25% del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e il 32% della categoria che include assegnisti, borsisti, specializzandi, dottorandi e ricercatori.
Anche rispetto agli atti molesti, sebbene la maggior parte delle segnalazioni provenga numericamente dal corpo studentesco, in percentuale la categoria più colpita risulta quella composta da assegnisti, borsisti, specializzandi e dottorandi.
Chi commette gli abusi
Dall’analisi dei dati del questionario è emerso che gli autori degli abusi sugli studenti sono, per quasi tutte le tipologie, altri studenti. L’eccezione – importante – riguarda le ipotesi di violenza sessuale tentata o consumata dove la maggior parte degli autori/autrici sono stati identificati come appartenenti al corpo docente.
Il corpo docente ha quasi sempre indicato come autori/autrici altri appartenenti al corpo docente, con l’unica eccezione degli atti persecutori mediante inseguimenti, pedinamenti e appostamenti), dove la maggior parte degli autori/autrici è stata indicata come appartenente al corpo studentesco.
Commenti sessisti e futuro lavorativo
“Rispetto agli atti molesti che non costituiscono reato – aggiunge la Statale in una nota – i numeri più alti di segnalazioni hanno riguardato: il coinvolgimento in conversazioni a sfondo sessuale o in battute a sfondo sessuale non gradite, con 844 segnalazione; il coinvolgimento in commenti sessisti in relazione alla tipologia di lavoro, attuale o in prospettiva futura, con 839 segnalazioni; i commenti sgraditi o offese riguardo all'aspetto fisico o all'abbigliamento, con 805 segnalazioni”. Si tratta, in tutti e tre i casi, di atti compiuti all’interno dell’ateneo.
Cosa si sta facendo
Proprio per rispondere a una esigenza di ascolto, prevenzione e intercettazione della violenza di genere all'interno della popolazione universitaria, la Statale di Milano ha strutturato lo sportello “Ad Alta Voce”, che comincerà a lavorare da aprile: è rivolto a tutta la comunità interna e sarà realizzato con il Centro antiviolenza della clinica Mangiagalli.