Università in ordine sparso Così è il caos

Tobia

Sertori*

Dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale dell’Università, la ripresa delle attività in presenza e la gestione degli esami universitari necessiterebbero di chiare indicazioni per la gestione della sicurezza e della salute. Purtroppo, in assenza di un protocollo nazionale, è lasciata ad ogni ateneo la gestione degli strumenti da applicare durante le attività, mentre servirebbero delle linee guida da parte del Ministero della salute e delle indicazioni uniformi da parte delle Ats per la gestione dei tracciamenti e screening. Invece, come la Flc Cgil denuncia da tempo, le Ats non sono in grado di tracciare l’esplosione dei contagi e la gestione degli interventi legati ai tamponi per la verifica della positività laddove, come nelle università, dovessero essere rinvenuti casi positivi, sia tra il personale che tra gli studenti. È evidente la recrudescenza del virus e l’esplosione dei contagi, specie tra le fasce di età giovane.

La Flc Cgil ha sempre ritenuto che l’obbligo vaccinale fosse l’unica via d’uscita per debellare questa epidemia che sta condizionando la vita di tutti ormai da due anni. Regione Lombardia potrebbe intervenire assicurando presidi sanitari all’ interno delle Università per tracciamenti, tamponi e vaccinazioni, per gli studenti in particolare. La richiesta di intervento avanzata a Regione Lombardia da parte dell’Udu merita di avere risposta.

*Segretario generale

Flc-Cgil Lombardia

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