
I ricercatori hanno esposto uno striscione all’interno dell’ateneo
Sciopero dell’università contro tagli, guerra e precarietà. I lavoratori precari delle università hanno organizzato una manifestazione davanti alla Bicocca, esponendo uno striscione all’interno dell’ateneo nell’ambito dello sciopero nazionale proclamato dal sindacato di base Cub. Una mobilitazione "per opporci ai tagli del Governo e all’entrata dei privati nella didattica e per rivendicare invece maggiori risorse per la stabilizzazione dei ricercatori e l’internalizzazione degli appalti". Si sono radunati quindi in presidio, ieri mattina, in piazza dell’Ateneo Nuovo, davanti all’Edificio U6, entrando poi nell’ateneo.
"Le persone che lavorano ogni giorno nelle università e nel mondo della ricerca – spiega uno dei manifestanti – da decenni assistono a riforme che si traducono in una riduzione dei fondi e in un aumento della precarietà. Su questa linea va anche la riforma Bernini". Puntano il dito sulla riduzione dei fondi pubblici che porta alla necessità di puntare su finanziamenti esterni: "Si pone così il sistema in una situazione di conflitto di interessi, che punta ad aumentare i profitti privati senza considerare l’interesse pubblico o collettivo. Non conta la bontà della ricerca o della didattica, ma piuttosto gli interessi dell’industria". I manifestanti parlano di un "sistema frammentato e diviso" e segnato dalla sempre maggiore concorrenza fra gli atenei. Lo sciopero riguarda "anche personale precario che lavora nei servizi, che subisce contratti pirata, part time involontari, ripercussioni nel caso di proteste".
Andrea Gianni