Unione Italiana Vini: “Restituiamo il contributo, ma non c’è alcuna truffa”

La nota della società a cui sono contestate le irregolarità: “L’agenzia europea fu consultata durante tutta la procedura”

Vino rosso (Archivio)

Vino rosso (Archivio)

Unione Italiana Vini, la società al centro dell’inchiesta riguardo una presunta frode all’Unione europea, restituisce il contributo contestato. Sono gli stessi portavoce del consorzio ad annunciarlo, attraverso una nota diffusa nel pomeriggio, dopo che su numerosi media sono apparsi gli articoli riguardanti la vicenda.

Il gruppo, per altro, lamenta di non essere stato sentito dalla Corte dei Conti per la Lombardia, che ha provveduto materialmente al sequestro cautelare della somma, più di 2 milioni di euro. E, in chiusura, giura sulla regolarità della procedura seguita per ottenere i fondi.

La decisione

"Unione Italiana Vini Servizi – si legge nella nota – rappresenta che, a seguito dell'iniziativa cautelare promossa dalla procura regionale presso la Corte dei Conti della Regione Lombardia, un provvedimento di sequestro pari all'ammontare del contributo ricevuto, ha maturato la volontà di restituire all'Agenzia europea Rea l'intero importo di detto contributo, in buona parte peraltro, mai utilizzato dalla società".

Valutazioni differenti

Il decreto di sequestro conservativo riguarda una somma di 2.085.810 euro. E la decisione di restituire il denaro, precisano da Unione Italiana Vini, è da considerarsi atto realizzato “esclusivamente per spirito di leale collaborazione e rispetto nei confronti delle autorità giudiziarie procedenti e della stessa Agenzia europea” data la differente valutazione da parte di Rea riguardo la sua legittimità. Anche se, aggiungono dal consorzio, l’agenzia era stata “consultata durante il complesso procedimento per la concessione della misura incentivante, in ordine alla sussistenza dei requisiti richiesti per il riconoscimento del contributo".

“Contributo legittimo”

Unione Italiana Vini, in conclusione, vuole sottolineare che la scelta di restituire il contributo “non equivale in alcun modo ad ammissione di responsabilità rispetto alle ipotesi contestate, da parte di Unione Italiana Vini che, anzi, ribadisce l'assoluta legittimità della condotta tenuta nell'ambito della procedura per l'accesso ai fondi erogati” dall’agenzia europea. 

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