
di Laura Lana
È l’unico premio creato e gestito dai librai e tra i suoi fondatori ci sono anche i sestesi Tarantola, che da qualche anno, insieme al Comune e a sponsor privati, sono riusciti a portare proprio in città una delle tappe del Premio Bancarella con la selezione dei sei finalisti. Domani alle 21 gli autori saranno nel cortile di Villa Visconti d’Aragona per presentare le loro opere in un incontro, che sarà presentato dalla giornalista del Tgcom 24 Carolina Sardelli. La selezione, che è operata dai librai di molte librerie indipendenti italiane che si fanno interpreti del gusto dei lettori, quest’anno vede finalisti "Black Money" di Paolo Roversi (Sem), "Bly" di Melania Soriani (Mondadori), "Il rospo e la badessa" di Roberto Tiraboschi (Edizioni EO), "Io non ho più paura" di Niccolò Palombini (Newton Compton Editori), "L’inverno dei leoni – La saga dei Florio" di Stefania Auci (Editrice Nord) e "Nel nome di Dio" di Luigi Panella (Rizzoli). La premiazione del vincitore finale si svolgerà poi il 17 luglio a Pontremoli, patria del Bancarella.
Nel cortile di Villa Visconti d’Aragona, per celebrare al meglio la tradizione, ci sarà un banchetto delle opere presentate, organizzato in collaborazione con la Libreria Tarantola e allestito dall’associazione “Gli amici della biblioteca”, che permetterà, a chi lo desidera, l’acquisto dei libri durante la serata, che si potranno far dedicare e autografare dagli autori.
I "tarantolati del libro", come sono stati definiti: quella dei Tarantola è una storia lunga oltre 160 anni. Discendenti di bancarellisti e girovaghi della Lunigiana, che partivano con la valigia di fibra, se la caricavano sulle spalle e andavano per le campagne italiane a offrire con mille accorgimenti i libri ai contadini. Poi scendevano nelle città, dove stendevano i volumi sui muriccioli e sui marciapiedi. Di quella tradizione, in piazza IV Novembre, sono rimasti i banchi sotto i portici: si trovao lì i primi libri che trovano i lettori prima di entrare nel negozio di Roberto e Giorgio Tarantola. Librai da generazioni, quella dei Tarantola è stata anche premiata come migliore libreria d’Italia nel 2018 dalla Fondazione Mauri. "Mio padre mi disse: ‘o stai in libreria o la chiudiamo’". Lui è rimasto per poi consegnare il testimone a Giorgio, che l’ha rilanciata come punto di incontro e di cultura in città.