Un giardino in centro intitolato a Carla Lonzi, femminista "in rivolta"

MILANO Nel 1970 ha fondato un gruppo, poco dopo diventato anche case editrice, il cui nome...

Un giardino in centro intitolato a Carla Lonzi, femminista "in rivolta"

Un giardino in centro intitolato a Carla Lonzi, femminista "in rivolta"

Nel 1970 ha fondato un gruppo, poco dopo diventato anche case editrice, il cui nome era già tutto un programma: “Rivolta femminile“. Carlo Lonzi è stata un’attivista, una saggista, un’editrice teorica dell’autocoscienza e del femminismo radicale. In giorni in cui si parla di lotta al patriarcato, soprattutto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, Wikipedia ci ricorda che Lonzi "scrive e pubblica due saggi: “Sputiamo su Hegel“, del 1970, dove critica l’impostazione patriarcale della politica marxista e comunista e “La donna clitoridea e la donna vaginale“, del 1971, in cui attraverso un confronto con fonti che vanno dalla psicanalisi di Sigmund Freud e Wilhelm Reich alla paleoantropologia di Desmond Morris sino ai testi indiani del Kamasutra, l’autrice sostiene che il mito dell’orgasmo vaginale è funzionale al modello patriarcale della complementarità della donna all’uomo".

Nel 2022 la consigliera del Partito democratico Monica Romano ha presentato una mozione per intitolare una strada alla Lonzi. Poco più di un anno fa, il documento è stato approvato dal Consiglio comunale e la Giunta di Palazzo Marino, lo scorso 6 dicembre, ha deliberato di intitolare alla storica attivista femminista il giardino posto all’intersezione della via dell’Orso, via Broletto e via del Lauro. Nella delibera dell’esecutivo si legge che "con mozione approvata nel Consiglio comunale del 10112022 è stata richiesta l’intitolazione a Carla Lonzi di un sito cittadino. Carla Lonzi, critica d’arte tra le più influenti della sua generazione, visse e scrisse a Milano anche un capitolo fondamentale della storia del femminismo italiano. Morì a soli 51 anni lasciando una produzione di testi indispensabili alla conoscenza del femminismo italiano ed europeo". In tempi di lotta al patriarcato, un’intitolazione che è stata proposta un anno fa e approvata dalla Giunta comunale meno di un mese dopo la morte della Cecchettin.

M.Min.