Un anno di guerra Dal cibo ai corsi d’italiano aiutati 2.200 ucraini Sheva: grazie Milano

Il campione regala al sindaco una bandiera firmata da Zelensky. Dalla nostra città sono passati 14mila profughi, 12.700 ancora qui. Il fondo solidale ha raccolto 1,4 milioni e li ha trasformati in progetti

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Ha portato al sindaco Beppe Sala una bandiera dell’Ucraina firmata dal presidente Volodymyr Zelensky, che ci ha aggiunto, in inglese, quello "Slava Ukraïni!" entrato nelle nostre orecchie un anno fa, quando il suo Paese è stato invaso dalla Russia di Putin. È il grazie dell’ex campione del Milan Andriy Shevchenko, ucraino d’origine, alla sua Milano "che ha aperto il suo cuore e le sue case e ha dato tutto il sostegno che serviva al mio popolo. So che Milano è con l’Ucraina", ha detto Sheva riflettendo il sentimento che si concretizza nel bilancio di dodici mesi durante i quali sotto la Madonnina hanno trovato rifugio 14 mila profughi dal Paese aggredito - e 12.700, spiega l’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, sono ancora qua. Soprattutto donne e bambini, "e per me è molto importante che i loro familiari, rimasti a difendere il nostro Paese, sappiano che sono al sicuro e l’intera città si sta prendendo cura di loro", ha aggiunto Sheva, che è anche tra gli oltre 350 donatori – grandi come Fondazione Cariplo o la Scala, ma anche “piccoli” – che hanno alimentato con oltre 1,4 milioni di euro il fondo solidale MilanoAiutaUcraina, costituito su impulso del Comune da Fondazione di Comunità.

Che li ha trasformati "in progetti concreti, grazie al coordinamento col Comune e oltre trenta partner in ogni municipio". Così sono stati aiutati direttamente 2.194 profughi ucraini, intercettati attraverso il contact center (020205) finanziato dalla donazione di Sheva, le cui operatrici madrelingua hanno raccolto, da aprile 2022, oltre 3.500 segnalazioni; intanto le associazioni, coordinate da Ismu, allungavano il radar nei quartieri e con l’aiuto della comunità ucraina raddoppiavano l’impatto a 4.200 persone inclusi familiari e conviventi.

I quasi 2.200 beneficiari diretti sono al 69,8% di sesso femminile e al 44,2% minori. Hanno ricevuto 1.689 sostegni economici per beni primari e materiale scolastico, assistenza domiciliare e sanitaria, ma il fondo ha consentito anche a circa 600 rifugiati di frequentare corsi d’italiano, ai ragazzi di partecipare ad attività ricreative e sporive, con oltre 200 inserimenti in centri estivi; 182 interventi di tutoraggio educativo e linguistico, formazione professionale che ha consentito di aprire 112 contratti di lavoro. E supporto psicologico (106 colloqui), per i traumi di chi s’è trovato dalla sera alla mattina vittima della guerra riesplosa in Europa.

Il sindaco Sala riavvolge il nastro a quei primi giorni: "Non posso che essere orgoglioso della risposta compatta e tempestiva che la città ha saputo dare da subito, aprendo case private e centri d’accoglienza, un hub di primo contatto, prima in via Mortirolo e poi in via Sammartini, che sinora ha supportato oltre 7.500 persone. MilanoAiutaUcraina si è spinto più in là, a costruire risposte non emergenziali a bisogni complessi. Il mio grazie va a operatori e operatrici sociali, cittadini e cittadine, e alle tante associazioni che continuano a lavorare con noi perché nessuno sia lasciato solo". Gi. Bo.

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