Un altro circolo a rischio chiusura Scighera lancia una raccolta fondi

Dopo lo stop dell’Ohibò di via Benaco e la gara di solidarietà lanciata dal Nidaba Theatre di via Gola I gestori di via Candiani: "Per immaginare la ripartenza a settembre abbiamo bisogno del vostro aiuto"

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Una raccolta fondi per evitare di abbassare definitivamente la saracinesca. Dopo il Nidaba Theatre, che in tre giorni ha raccolto 10mila euro dai clienti più affezionati, ora è uno storico circolo Arci della Bovisa a chiedere una mano ai fan per provare a restare in piedi: "La Scighera, che da 14 anni esiste e resiste nella bella periferia nord, sta traballando – si legge nell’appello lanciato su Facebook –. Ecco che per immaginare di ripartire a settembre con un denso programma abbiamo bisogno del vostro aiuto, di un piccolo dono che ci permetta di diminuire i debiti accumulati, riorganizzare gli spazi, dotarci di tutti i presìdi sanitari per far ripartire il circolo". Per questo, spiegano i gestori dello spazio culturale di via Candiani, "offri due birre alla Scighera e fai una donazione di 10 euro"; le informazioni sulla campagna di sostegno sono disponibili sul sito www.lascighera.orgsostieni-la-scighera. Per un presidio Arci che prova a tenere duro, ce n’è uno che ha già alzato bandiera bianca, come raccontato su queste pagine nei giorni scorsi: è l’Ohibò di via Benaco, in zona corso Lodi. "L’emergenza sanitaria ci ha piegato – hanno fatto sapere gli otto fondatori –. Abbiamo provato in tutti i modi a resistere, ma per noi che siamo un’associazione non profit, nonostante il canone d’affitto agevolato per la pandemia, è stato impossibile sopravvivere senza entrate e rialzarci. Per questi otto bellissimi e indimenticabili anni, non possono non ringraziare tutti i soci e gli allievi, i collaboratori, gli insegnanti, i volontari, le associazioni e centinaia di artisti. Ci piace pensare che il nostro circolo sia stato anche un rifugio in cui sentirsi a casa". Scartata, in quel caso, l’ipotesi di una gara di solidarietà: "Purtroppo non c’è tempo e non ci sono le risorse necessarie per programmare un piano di sostenibilità".

Lo stesso triste destino è toccato nelle ultime settimane anche al centro culturale MY G di via Vincenzo da Filicaia, a Niguarda, e alla Libreria Cultora di via Lamarmora, nata tre anni fa "per essere un balordo di resistenza culturale nel centro di Milano". Una resistenza fiaccata dal Covid.Nicola Palma

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