
Uccise la madre, sconto di pena. Vent’anni per Rosa Fabbiano: "Ora ricorso in Cassazione"
di Andrea Gianni
Rosa Fabbiano ha ottenuto uno sconto di pena, da 26 anni di carcere inflitti in primo grado a 20 anni stabiliti ieri dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano, grazie all’applicazione delle attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. La parola fine sulla drammatica vicenda, però, non è ancora scritta: i suoi difensori annunciano infatti un ricorso in Cassazione, perché "non c’è alcuna prova dell’omicidio". La donna è stata condannata per aver ammazzato la madre 84enne, Lucia Cipriano, nella casa dell’anziana a Melzo. L’avrebbe strangolata, forse nel tentativo di farla smettere di gridare. Successivamente la 60enne avrebbe tagliato il cadavere in più pezzi. Lo ha nascosto nella vasca da bagno lasciandolo lì per due mesi, fino alla macabra scoperta che ha fatto scattare il fermo, il 26 maggio 2022. Da allora, Fabbiano si è chiusa nel silenzio.
Nelle settimane successive all’omicidio aveva raccontato alle sorelle, che non vivono in Lombardia, di aver fatto ricoverare la madre in una Rsa, perché "ormai non più curabile". Il movente del delitto, secondo gli inquirenti, è da ricercare nella condizione di estremo disagio "emotivo e familiare" che la donna stava vivendo. È rimasta sola ad accudire l’anziana madre, che manifestava un comportamento sempre più aggressivo. Dopo il delitto ha costruito un castello di bugie, agendo sempre da sola anche quando ha fatto a pezzi il corpo. Senza l’aiuto di altre persone o del marito che, tra l’altro, è invalido e dopo il fermo della donna è rimasto senza mezzi di sostentamento a Mediglia. Ieri Rosa Fabbiano era presente in aula e ha assistito impassibile alla lettura della sentenza, che l’ha riconosciuta colpevole di omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere. Poi è stata riportata in carcere.