
di Stefania Totaro
Assolto dall’accusa di avere ucciso la mamma perchè infermo di mente, dovrà però restare almeno dieci anni in una struttura psichiatrica come misura di sicurezza perché ancora socialmente pericoloso. È la sentenza della Corte d’assise di Monza per Corrado Badagliacca, il 23enne accusato di omicidio volontario aggravato per avere assassinato il 23 aprile 2019 a colpi di levatorsoli, perchè era tornata dalla spesa ma non si era ricordata di comprargli il tabacco, la madre Lucia Benedetto, casalinga di 49 anni, nell’abitazione familiare in via Sicilia 60 a Sesto San Giovanni. Il giovane era già stato dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio da una perizia psichiatrica disposta dal pm della Procura di Monza Alessandro Pepè, titolare delle indagini sull’omicidio, subito dopo l’arresto ed è ancora ricoverato in una struttura specializzata. Al processo lo stesso pm aveva chiesto una nuova consulenza. "L’imputato è stato dichiarato incapace di stare a giudizio, incapace di intendere e di volere al momento del fatto per un raptus psicotico nell’ambito di un disturbo schizofrenico e socialmente pericoloso, ma le sue condizioni sono migliorate grazie alla terapia cui si sta sottoponendo ed è quindi necessaria una rivalutazione con una nuova perizia psichiatrica – ha sostenuto in aula Alessandro Pepè –. Quando è stato arrestato, il giovane vagava in stato confusionale portando con sé una katana giocattolo e non è stato in grado di parlare di quanto era accaduto, ma nove mesi dopo l’arresto è stato autorizzato a recarsi alle Poste per aprire un conto corrente per ricevere la pensione di invalidità stabilita all’80 per cento". Alla nuova perizia si era opposto invece il difensore del 23enne, l’avvocato Corrado Limentani: "Non è necessaria perchè dalla consulenza psichiatrica già eseguita emerge chiaramente quali fossero le condizioni dell’imputato, che ora ha invece raggiunto un discreto recupero. Anche riguardo alla valutazione sulla pericolosità sociale, viene già eseguita periodicamente".
I giudici hanno invece accolto la richiesta presentata dalla pubblica accusa, disponendo la nuova perizia, che ha confermato che ora l’imputato è capace di stare a giudizio, quindi di comprendere i motivi del processo e anche che il giovane era infermo totale di mente quando ha ucciso la mamma. Sulla sue attuali condizioni psichiche il 23enne, nonostante i miglioramenti, resta ancora socialmente pericoloso e dovrà restare nella struttura psichiatrica dove sarà sottoposto a periodiche rivalutazioni.