UberBlack, avanti con le multe. La protesta: ignorata una sentenza

Nell'ultimo mese 23 sanzioni ai noleggiatori

Un'auto nera

Un'auto nera

Milano, 21 settembre 2017 - La sentenza del Tribunale civile di Roma che lo scorso maggio ha sbloccato il servizio UberBlack (ribaltando una precedente decisione) dopo la richiesta di stop del servizio da parte dei tassisti di tutta Italia non ha comportato conseguenze a Milano, almeno per ora. La polizia locale del capoluogo lombardo, infatti, continua a sanzionare con 118,30 euro di multa e il fermo amministrativo di due mesi i noleggiatori con conducente pizzicati a trasportare clienti senza aver atteso la chiamata nell’autorimessa. Dal 21 agosto in poi, fanno sapere dal Comune, sono state 23 le sanzioni e i fermi amministrativi ai danni di Uber. Una prassi contestata da Claudio Fontana, amministratore di Concrete Onlus, titolare di licenze Ncc collegate a UberBlack.

Secondo Fontana, infatti, il verdetto capitolino avrebbe dovuto modificare il comportamento dei ghisa del reparto specializzato «Frecce» nei confronti degli operatori di Ncc associati all’app californiana. L’amministratore di Concrete Onlus, in particolare, contesta che il fermo amministrativo sia sempre abbinato alla sanzione pecuniaria: «Il problema è che in uno Stato di diritto nessuno sconta la pena prima di essere condannato definitivamente, mentre invece per il fermo amministrativo delle autovetture non funziona così: scatta immediatamente nella sua forma più contenuta di due mesi e anche l’impugnazione davanti al giudice di pace è inutile perché anche se avrà esito positivo ci vorranno sempre più di due mesi per avere il dispositivo».

Fontana lamenta il fatto che il fermo amministrativo automatico rischia di mandare sul lastrico tutti gli operatori Ncc ancor prima che i giudici di pace possano pronunciarsi nel merito e ha scritto all’assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza e ai consiglieri comunali Basilio Rizzo (Milano in Comune) e Paolo Limonta (InsiemeXMilano) chiedendo loro di «andare a fondo di questa faccenda che noi riteniamo un eccesso, ma forse anche un sopruso, verso il quale siamo completamente inermi e impotenti».

La replica della Rozza non si fa attendere: «Le sanzioni della polizia locale contro Uber sono state ritenute valide fino all’ultimo grado di giudizio. Noi siamo chiamati a far rispettare la legge e se le multe sono state ritenute finora legittime, avendo anche sentito il parere dell’Avvocatura comunale, non ci sono le motivazioni per cambiare indirizzo». Interviene anche Francesco Artusa, fondatore della Fai-Trasporto persone, associazione di Ncc non legata a Uber: «La sentenza di Roma non ha cambiato le regole: restano i divieti di stazionare in strada e prendere i servizi in tempo reale fuori dall’autorimessa».

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