
La general manager di Uber Italia, Benedetta Arese Lucini
Milano, 12 marzo 2015 - “Chiunque abbia scritto tali insulti nei confronti della dirigente di Uber deve vergognarsi, non sono frasi degne di un paese civile. Non è ammissibile un attacco così violento e sessista”. Queste le parole di Angelica Vasile, presidente dell’associazione Fermati Otello, di fronte alle immagini che si trovano affisse alla colonnina taxi di corso Indipendenza, angolo via Poma. “Esprimiamo come associazione massima solidarietà e vicinanza a Benedetta Arese Lucini e mi auguro non solo che questi insulti non debbano più comparire – prosegue Vasile –, ma che ci sia un’indignazione comune, di tutta la città, di fronte a queste ripetute violenze”.
Nonostante ciò, il general manager di Uber non si abbatte: "Durante l'Expo ci saranno 7 milioni di stranieri e questi stranieri vengono dalla Cina, dall'America, Dubai, Inghilterra: tutti paesi in cui l'app di Uber è molto sviluppata e la prima cosa che faranno sarà aprire l'applicazione". Sul rapporto tra Uber e i tassisti, Arese Lucini ha detto: "Noi sempre stati disposti al dialogo ma se dall'altra parte non c'è un atteggiamento di collaborazione noi non possiamo fare tanto". "Dico solo - ha sottolineato - che tutti gli altri collaboratori di Uber ovunque nel mondo riescono ad avere un dialogo". Durante l'audizione in commissione Territorio del Consiglio regionale della Lombardia, dove è in discussione un progetto di legge sul trasporto pubblico non di linea, Arese Lucini aveva già affermato che Uber collabora "con i tassisti in diversi paesi del mondo e le nuove soluzioni per il settore del trasporto portano benefici per tutti". L'ad ha poi ribadito che l'applicazione "è una tecnologia e come viene utilizzata da altri operatori del settore così può essere scaricata e utilizzata sui telefonini di tassisti, se loro sono volenterosi di farlo".