Lombardia tesoro d’innovazione, Milano vuole il Tribunale dei brevetti

Riparte la sfida a Londra per strappare la sede di una sezione

La salute è uno dei settori che ha contribuito maggiormente all’innovazione

La salute è uno dei settori che ha contribuito maggiormente all’innovazione

Milano, 3 febbraio 2017 - Post Brexit, atto secondo. Dopo aver accelerato per trasferire a Milano la sede dell’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) che resta la priorità, ora l’attenzione si concentra sul Tribunale unificato dei brevetti. E, come per il settore farmaceutico, anche nel campo dell’innovazione Milano e la Lombardia si affidano ai numeri per sostenere la loro candidatura: prima regione per brevetti nazionali - oltre 190mila (dati 2015, gli ultimi definitivi), il 28% di quelli italiani - e al primo posto nel Paese per brevetti europei, più di 15mila, il 34,5% del totale. Le innovazioni viaggiano a una media di mille all’anno (il 29% del totale nazionale). Ma, stando allo storico fornito dal ministero dello Sviluppo economico e, in particolare, dalla Direzione generale per la lotta alla contraffazione, le domande di brevetti depositate per le invenzioni hanno raggiunto quota 2.708 nel 2014, superando le 2.660 del 2013 e le 2.680 del 2012 (ancora lontano le 3.014 del 2010).

I settori che nel 2015 hanno contributo di più a innovare in Lombardia sono salute, agroalimentare e cultura (22%) seguite da manifatturiero avanzato (16%) eco-industria (11%) e mobilità sostenibile (5%). Inoltre, la sezione specializzata in materie di imprese del Tribunale di Milano è al primo posto in Italia e al terzo in Europa per numero di controversie sulla proprietà intellettuale decise all’anno (circa 400). Un’ altra carta che Milano e la Lombardia vogliono giocare per ospitare il Tribunale unitario dei brevetti. La nuova Corte sovranazionale che avrà competenza esclusiva sulla tutela e sulla convalida dei brevetti sarà operativa entro maggio. La struttura giudiziaria prevede una divisione centrale a Parigi e due sezioni, una a Monaco e l’altra a Londra, competente su aree quali agricoltura, alimentare, farmaceutico, salute, sport, chimica e metallurgia. La Lombardia è intenzionata a strappare la sezione londinese sulla base della leadership nazionale e sul peso in Europa nel campo dell’innovazione. Con l’uscita di scena dal mercato europeo da parte della Gran Bretagna, l’Italia diventerebbe il terzo Paese europeo per deposito annuale di brevetti. «Il nostro obiettivo è quello di fare di Milano e della Lombardia un hub di innovazione, competitivo a livello mondiale, in cui attrarre startup e investitori internazionali, raccogliendo la sfida del Post Brexit», dichiara Luca Del Gobbo, assessore regionale all’Università, Ricerca ed Open innovation, delegato dal governatore Maroni a rappresentare la Regione al tavolo Post Brexit con Governo e Comune di Milano.

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