Legnano: no alla trasfusione, una questione di fede. Riabilitati i genitori

Si erano opposti dopo che la figlia di dieci mesi era caduta in casa e ricoverata in ospedale per essere sottoposta a un intervento

Ospedale

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Milano, 4 ottobre 2020 -  Si erano opposti a una trasfusione di sangue sulla figlia di dieci mesi, caduta in casa e ricoverata all’ospedale di Legnano per essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla testa. E il Tribunale per i minorenni di Milano, dando il via libera all’intervento nonostante il rifiuto motivato dal credo religioso, con un decreto aveva limitato temporaneamente la responsabilità genitoriale della coppia, entrambi Testimoni di Geova.

Provvedimento che ora, un anno dopo la vicenda, è stato ribaltato dalla Corte d’Appello: i giudici hanno accolto il ricorso dei genitori nello strascico giudiziario di una vicenda che aveva acceso i riflettori sull’eterno conflitto tra procedure mediche, convinzioni religiose e tutela dei minori. Il collegio, hanno reso noto i Testimoni di Geova, ha affermato che "il mero dissenso dei genitori alle trasfusioni di sangue in aderenza al credo religioso non può essere posto a fondamento di una valutazione di inidoneità all’esercizio della responsabilità genitoriale".

Hanno inoltre rilevato che il Tribunale per i minorenni non si sarebbe dovuto pronunciare perché "la competenza a decidere le controversie in caso di dissenso fra genitori e medici sui trattamenti sanitari da praticare ai minori spetta in via esclusiva al giudice tutelare", il quale si sarebbe pronunciato soltanto sullo specifico trattamento sanitario senza mettere in discussione l’idoneità dei genitori. Era stato il medico che stava operando la bambina ad allertare il pm di turno della Procura dei minori, a settembre dell’anno scorso, chiedendo l’autorizzazione d’urgenza a effettuare una trasfusione, contro la volontà dei genitori. La loro religione, infatti, impone di "astenersi dal sangue", in rispetto del comando che, secondo il movimento, compare in diversi libri dell’Antico e del Nuovo Testamento.

L’ospedale ottenne il via libera da parte del Tribunale, ma la trasfusione non fu più effettuata perché non era necessaria al termine dell’intervento che fortunatamente ebbe esito positivo. La coppia, però, ha presentato ricorso contro il decreto che limitava temporaneamente la potestà genitoriale, ottenendo un anno dopo un pronunciamento chepotrebbe fare scuola. "Non sono due fanatici – spiegano i Testimoni di Geova – ma genitori amorevoli che avevano solo chiesto che la loro figlia venisse curata nel rispetto delle loro convinzioni".  

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