
Le foto scattate dai carabinieri
Milano, 28 aprile 2023 – Ore 18.23 del 30 aprile 2022. Nazzareno Calaiò e il fidato Silvano Osmano detto "Gimba" si presentano in un’osteria in zona San Cristoforo: stando alle indagini, lì tengono nascosta una pistola, con la complicità di uno dei soci del ristorante, che risulta avere precedenti di polizia per resistenza, lesioni aggravate e apologia di fascismo. Cosa ci devono fare? Devono proteggere il figlio di Nazza e un amico, malmenati il giorno prima da un gruppo di albanesi davanti a un locale di via Massarani dove i due lavorano come buttafuori.
La minaccia
"Siamo andati a prendere il cannone – fa sapere il cinquantatreenne ai suoi complici –. Gli do due cannonate addosso, gli do subito al volo gliele do, a lui agli albanesi... tutti quelli che vengono... li rovino a tutti li rovino...".
I carabinieri
I carabinieri capiscono che la situazione rischia di precipitare e alle 23.06 simulano un controllo in via Ettore Ponti, ma in macchina ci trovano solo un coltello doppia lama di 18 centimetri. E l’arma? Alla fine, il figlio di Nazza ha deciso di lasciarla a casa per evitare guai. L’approccio violento era una costante nel gruppo dello "Zio", come emerge dal provvedimento di fermo eseguito due giorni fa dai militari del Ros. Il 17 maggio 2022, ad esempio, Nazza arma "di spranghe e coltelli" il figlio Andrea Roberto e il nipote Matteo Cuccurullo e li accompagna in un ristorante in zona Navigli "per parlare con il proprietario del locale".
L’inchiesta
Negli atti dell’inchiesta , si fa anche riferimento al pestaggio del titolare di una nota discoteca, che sarebbe stato punito perché "reo di aver preso le distanze" da Nazza, "dopo essere cresciuto dal punto di vista imprenditoriale all’ombra dello “zio” e beneficiando della di lui protezione, e di essersi messo in affari con altri soggetti appartenenti a un gruppo criminale rivale". Per quelle spedizioni punitive, secondo le accuse, Calaiò si serviva del cosiddetto "gruppo di fuoco", di cui facevano parte l’ex pugile Vladimiro Rallo alias "Vladi" e Massimiliano "Spara spara" Mazzanti, sempre pronti a rispondere alla "chiamata alle armi" del capo. Come il 15 maggio 2022, quando Nazza, convinto che i nuovi "amici" dell’imprenditore si vendicheranno del raid, arringa così i suoi: "Ora è guerra... è meglio così che è guerra... capito com’è? È guerra frontale e non ci sfida nessuno a noi".