
Droga, il lavoro per le forze dell'ordine non manca
Milano, 28 aprile 2023 – “Niente, succede che a me Luca diede il cinque, per cinque intendo che mi disse “Tu lì fai quello che vuoi, K. proprio non la considerare più, ti metto tutto in mano a te e in zona tu fai quello che vuoi. E loro non ti devono scocciare, non si devono permettere, là davanti non ci devono stare, se c’è qualcosa mi chiami".
Rosy Bike
Così Rosy Bike, la "pentita" che ha svelato a Dda e Ros i traffici del ras della Barona Nazzareno Calaiò e del nipote Luca, descrive il momento in cui le viene affidata la piazza davanti al civico 5 di via Depretis: la donna ha carta bianca; e chi si metterà contro di lei dovrà vedersela col "gruppo dei pezzi da 90", il cerchio magico dello "Zio".
L’investitura
Succede così che un giorno Nazza si presenta in zona perché qualcuno ha alzato la cresta: si fa vedere con Rosy, la invita a bere qualcosa al bar e con uno sguardo fa capire ai "cavallini" imbizzarriti che “ok, vi diamo la merce, magari fate qualcosina con discrezione, ma non qui davanti”". Poi l’abbraccio e i due baci sulle guance. "Sì, quella è stata la mia investitura – certifica lei davanti al pm Gianluca Prisco –. Quella che chiamarono la “benedizione dello Zio”, davanti a tutti". Basta questo episodio a spiegare le logiche criminali che hanno retto a lungo la presunta associazione a delinquere smantellata due giorni fa dai carabinieri: in particolare, i militari del Raggruppamento operativo speciale si sono concentrati sul gruppo Calaiò, vivisezionandone movimenti e contatti.
La collaborazione
E ad aiutarli ci ha pensato proprio Rosy Bike, che nel luglio 2022 ha deciso di collaborare con gli inquirenti coordinati dall’aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Dolci. Il punto di partenza: "In Barona non si muove niente senza Nazzareno". Il monopolio di hashish, marijuana e cocaina si estende dal quartier generale di via della Ferrera (dove uno degli imboschi è a casa di un insospettabile infermiere) a via Ovada, da piazza Miani a via Mazzolari. Non solo. La donna arricchisce la mappa di altri indirizzi: "Tutta la parte di via Gola dove c’è l’azienda sanitaria, più la parte posteriore, fino ad arrivare al Naviglio in fondo, sono entrata più volte, ci sono degli uomini, marocchini, che utilizzano il cortile di queste case, credo Aler o comunque case popolari che hanno una corte all’interno, sono andata più volte a consegnare cocaina, parliamo di etti ogni volta, e il rifornimento era o settimanale o un paio di volte a settimana, a seconda delle necessità che avevano e delle richieste che facevano. Lì mi sono recata più volte, sia in bici che in auto, che con gli scooter". Una volta ci ha rimediato pure una bicicletta elettrica, risarcimento imposto da Calaiò jr a un debitore a cui avrebbe pure infilato una pistola in bocca.
Porta Venezia
E poi c’è Porta Venezia : "Via Melzo, tutta la parte delle viette di corso Buenos Aires, comunque la parte più vicina ai Bastioni, dove mi incontravo con quest’altro amico di Luca e dove più volte mi sono fermata ad aspettarlo: era via Kramer per la precisione, e questo serviva per lo spaccio nei locali un po’ bene diciamo. Infatti lui si raccomandava sempre di portare a lui solo sassi, anche se era cocaina era tutta comunque buona perché la spacchettavamo assieme, era un pezzo unico, un blocco da un chilo". Infine, la Darsena, e in particolare un bar di viale Gorizia: "Molto spesso lì ci si andava con Nazzareno, o addirittura lo trovavo lì, Nazzareno, Luca... era strano che si facessero vedere insieme". I due ci tenevano a non dare nell’occhio: per comunicare usavano telefoni criptati o fidati collaboratori per recapitarsi "ambasciate" a voce. Non sempre andavano d’accordo: Luca pensava che lo zio ragionasse troppo all’antica; Nazza temeva che il nipote si mettesse in proprio.
La Sardegna
I contrasti sotterranei riemergono con forza quando il gruppo decide di allargarsi in Sardegna, con il figlio maggiore del ras, Andrea Roberto, a soffiare sul fuoco: "Se inizia il lavoro, vado nella villa con lui", dice al padre nell’estate 2022, facendogli intendere che non perderà mai di vista Luca. "Ha detto che c’ha un serbo che gli dà la coca, vuole vedere solo Luca", conviene Nazza. Intercettazioni e pedinamenti fanno emergere che la banda movimentava droga verso l’isola almeno dal 2021 (il fornitore è un pluripregiudicato), utilizzando come corrieri due camionisti sardi che facevano tappa in una ditta di logistica di Sesto Fiorentino e da lì si imbarcavano per trasportare i panetti in uno zaino. "Adesso da settembre veramente dobbiamo iniziare a guadagnare trenta zucche al mese".