MANUELA SICURO
Cronaca

Tortora, il ricordo fra rabbia e speranza

Fondazione Einaudi regala Manzoni ai giovani. La figlia del conduttore tv: "Non si è imparato nulla"

Il conduttore televisivo Enzo Tortora è stato commemorato al Cimitero monumentale di Milano

Il conduttore televisivo Enzo Tortora è stato commemorato al Cimitero monumentale di Milano

"Dunque, dove eravamo rimasti? Vorrei parlare per le persone che non possono e sono tante, troppe". A distanza di quasi quarant’anni dalle parole che Enzo Tortora pronunciò tornando in tv, le persone vittime di errori giudiziari sono ancora molte. Secondo l’associazione ErroriGiudiziari.com si contano quasi mille casi all’anno in Italia. Per ricordare Enzo Tortora a 42 anni dal suo arresto e tutte le vittime della malagiustizia, Fondazione Luigi Einaudi ha riunito al Cimitero Monumentale di Milano, dove Tortora riposa, cittadini, rappresentanti delle associazioni, della politica per posare una rosa bianca sulla tomba del celebre presentatore Rai. La Fondazione Einaudi, inoltre, ha regalato ai ragazzi under 30 “Storia della colonna infame“ di Alessandro Manzoni, libro che Tortora ha voluto con sé nella tomba. "Come Fondazione vedevamo con favore l’istituzione il 17 giugno la giornata nazionale per le vittime degli errori giudiziari", ha aggiunto il presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto, "ma gli equilibri parlamentari hanno impedito l’approvazione. Oggi attendiamo anche la riforma della giustizia e della separazione delle carriere che ci farebbe vedere una luce in fondo al tunnel". Se quel "dove eravamo rimasti" per Enzo Tortora era un modo per riprendere le fila di una vita inevitabilmente cambiata, oggi forse dovremmo rifarci quella domanda per capire invece dove ci siamo fermati nella tutela di queste persone che da innocenti subiscono una gogna giudiziaria e mediatica. "La mattina dell’arresto quel 17 giugno 1983 non scorderò mai quella voce disperata di chi stava sprofondando e si chiedeva perché. Alla fine del suo calvario è prevalso quello che Enzo voleva, credere nella giustizia – afferma il suo legale storico l’avvocato Raffaele Della Valle – ha dimostrato la sua dignità accettando un’ingiusta condanna e dimettendosi dal Parlamento europeo, unico caso nel nostro Paese" conclude il legale. Traffico di droga e associazione camorristica le false accuse che portarono Enzo Tortora a scontare sette mesi di carcere per una condanna che contava dieci anni di reclusione. Assolto invece nel 1987, il giornalista torna a Portobello ringraziando le persone che gli furono vicine in quello che è stato un processo mediatico prima che giudiziario. "Non si è imparato nulla su come affrontare questi processi, lo dico con amarezza visto che faccio questo mestiere, non bisognerebbe farci show tutti i giorni, senza rispetto per chi è coinvolto", afferma Gaia Tortora che dopo anni di dolore privato, ha deciso di dare voce alla giornata del 17 giugno. "L’Associazione nazionale magistrati è contraria all’istituire la Giornata nazionale delle vittime di errori giudiziari, per non gettare discredito sulla magistratura, per me è folle, potremmo celebrarla tutti insieme in maniera positiva. Io ho fiducia nella magistratura ma non voglio averne paura ed è quello che riscontro oggi ancora in molti italiani. Mio padre non era più lo stesso, anche solo uno sguardo di “dubbio“ lo uccideva. Per questo voglio dire alle persone che sono vittime oggi di non mollare – conclude la giornalista - mio padre non si è tolto la vita per la sua famiglia e per l’aiuto che ha avuto dai detenuti. Troveremo ogni anno un modo diverso per ricordare questa giornata, per tutti". Manuela Sicuro