ANNA GIORGI
Cronaca

La torre bruciata come un cerino: indaga il perito della strage di Linate

Sarà nominato dalle famiglie sfollate. L’avvocato che le assiste: "Accertamenti da affidare subito per evitare che qualunque elemento alteri la scena"

Vigili del fuoco sulla scena del rogo

Vigili del fuoco sulla scena del rogo

Milano - Sarà un superesperto scelto dall’avvocato penalista Solange Marchignoli, che rappresenta tutti i condomini e depositerà l’incarico in procura domani mattina, a dipanare la matassa dell’incendio della Torre di via Antonini che solo per un soffio non si è trasformato in una tragedia ben peggiore. Massimo Bardazza è un’autorità con la maiuscola in fatto di esplosivi. Forte della sua esperienza, in casi come la strage di Linate e, più recente, il caso di Erba, spiegherà cosa è successo domenica 29 agosto, quando i 16 piani del palazzo, zona Vigentino, hanno preso fuoco come un fiammifero.

Al netto della dimostrata prova che il materiale non fosse ignifugo, il punto è capire cosa abbia innescato l’incendio che – complice l’aria tra il muro e i pannelli – si è divorato la costruzione in pochi minuti. Secondo il parere dell’avvocato, la perizia dell’esperto è urgentissima, insieme al parziale dissequestro per consentire ai periti di entrare. Bisogna fare in fretta perché, spiega il legale Marchignoli "il teatro dell’incendio è come una scena del crimine, può essere 'inquinata' da qualunque elemento esterno e da qualcunque agente atmosferico. Solo dopo la perizia si potranno attribuire eventuali responsabilità e cristallizzare i fatti con la relazione del superperito che è indispensabile anche ai fini del risarcimento assicurativo. Fino ad allora tutto il resto è da inserire nel campo delle ipotesi senza un fondamento".

Intanto anche i vigili del fuoco stanno preparando la loro relazione sull’intervento che depositeranno in questi giorni all’interno del fascicolo che, per ora, resta un modello 44 e non ha indagati. I vigili in questi giorni hanno convocato, tra gli altri, il proprietario e l’inquilino dell’appartamento al 15° piano, perché da lì sarebbe partito l’incendio. Sono padre e figlio, quest’ultimo occupava l’appartamento nei mesi invernali, ma da giugno si era trasferito in Sicilia. É stato sentito a sommarie informazioni. E ha confermato quanto aveva già anticipato al telefono domenica scorsa. "Non ero a Milano da giugno, entrava solo il custode di tanto in tanto per innaffiare le piante sul balcone. Prima di partire avevo staccato luce e gas".

Versione confermato da Valter Aru, il custode-portinaio. "C’erano una decina di piante grasse che innaffiavo una volta ogni 10/15 giorni - ha detto il portinaio - sul balcone c’erano anche due sacchetti, ma non so cosa contenevano, non mi sono mai permesso di curiosare in casa o altrove. Io il giorno dell’incendio non lavoravo, non ero in servizio il fine settimana".  

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