Torre Milano, faro della Procura. Indagati tecnici e costruttori: "Abuso edilizio e vantaggi indebiti"

Otto sotto inchiesta, tra cui ex dirigenti di Palazzo Marino: nuova costruzione qualificata come ristrutturazione. Le mani sul business della casa: "Il grattacielo ha compromesso il paesaggio urbano tra Isola e Maggiolina" .

Torre Milano, faro della Procura. Indagati tecnici e costruttori: "Abuso edilizio e vantaggi indebiti"

Torre Milano, faro della Procura. Indagati tecnici e costruttori: "Abuso edilizio e vantaggi indebiti"

di Andrea Gianni

MILANO

La Torre Milano al civico 22 di via Stresa è stato pubblicizzata come "il luogo ideale per partecipare attivamente alle grandi trasformazioni che stanno cambiando il volto alla città". Un edificio di ventiquattro piani, affacciato sullo skyline del quartiere Isola-Garibaldi e a pochi passi dalla stazione Centrale, destinato a milanesi che possono permettersi di comprar casa in una delle zone più quotate. L’intervento edilizio per costruirla sarebbe stato però "qualificato come ristrutturazione, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente", mentre "l’opera andava integralmente qualificata di “nuova costruzione“", ossia come un "organismo edilizio radicalmente nuovo", quindi con regole sulle volumetrie diverse. Per questo otto persone, tra imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti dello Sportello unico dell’Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune di Milano, sono indagate per abuso edilizio per la realizzazione dell’edificio, partita nel 2018 e completata nei mesi scorsi. Secondo le accuse della Procura, l’allora "direttore pro tempore dello Sportello unico per l’Edilizia" Giovanni Oggioni e l’allora "direttore pro tempore della Direzione Urbanistica" Franco Zinna (entrambi non più in carica e accusati anche di abuso d’ufficio), con una "determina dirigenziale" del 2018, che non tenne conto appunto che si trattava di un edificio di "nuovo costruzione", avrebbero procurato un "ingiusto vantaggio economico" agli imprenditori-costruttori. Nell’avviso di chiusura indagini, dove il Comune è indicato come "parte offesa", figurano tra gli indagati anche Stefano e Carlo Rusconi, alle redini della storica Impresa Rusconi attiva dal 1907 e legali rappresentanti della Orione Property Management srl, che ha costruito la Torre alta più di 80 metri e "un secondo edificio in linea di 3 piani e di due piani interrati" per un totale di oltre 8mila metri quadri. Un progetto immobiliare da "102 appartamenti" per "320 abitanti". Tra gli indagati anche il direttore dei lavori, un altro dirigente, una funzionaria e un tecnico.

L’abuso edilizio sarebbe consistito, per i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, nella "attribuzione di incrementi volumetrici e di superficie lorda di pavimento". E ci sarebbero stati una serie di "vantaggi" per i costruttori. Gli indagati sono accusati di "lottizzazione abusiva" perché diedero luogo ad una "trasformazione edilizia e urbanistica" in assenza "di un previo piano urbanistico attuativo, nonostante fosse obbligatorio" per quei volumi e quell’altezza. Anche perché quel grattacielo (il progetto fu bocciato nel 2018 dalla Commissione paesaggio ma nonostante questo fu portato avanti) ha "comportato un rilevante peggioramento delle condizioni di soleggiamento" degli altri edifici e spazi verdi e la "compromissione del paesaggio urbano", senza previsioni nemmeno di un "aumento di parcheggi e del verde".