
di Marianna Vazzana
È tornato in carcere Vincenzo Guida, pregiudicato per associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati societari e tributari, in materia di stupefacenti e non solo, a cui erano stati concessi i domiciliari lo scorso 2 aprile "per contenere la diffusione del virus Covid-19 tra detenuti". Guida, di 67 anni, è stato tra coloro che hanno beneficiato della discussa misura “svuota carceri” messa in atto durante la pandemia. Un personaggio noto a Milano, di origini napoletane, ritenuto uno dei gestori della presunta “banca della Camorra” nella zona di piazza Risorgimento, quartiere alto borghese: a casa, in strada, sulle panchine o ai tavolini dei bar, con altri pregiudicati riceveva decine di imprenditori, professionisti e commercianti in difficoltà economiche ai quali venivano concessi prestiti di centinaia di migliaia di euro a un interesse del 40%.
Gente che si trovava poi a dover restituire fino a 75mila euro al mese. Chi non pagava, veniva minacciato di morte. Il denaro accumulato, come emerso dalle indagini, veniva prima trasferito su conti di società estere e poi fatto rientrare a Milano per essere infine reinvestito in attività illecite. A settembre del 2016 è stato condannato a 12 anni e 3 mesi e a 8mila euro di multa. Era stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile di Milano il 13 novembre del 2015, in esecuzione del fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano Direzione Distrettuale Antimafia, per esercizio abusivo del credito aggravato dal "metodo mafioso" e per l’impiego di denaro di provenienza illecita (qualche mese dopo, una nuova ordinanza lo accusava di usura ed estorsione).
Provvedimento poi convalidato dal gip con l’applicazione della misura cautelare in carcere. È finito dietro le sbarre con il complice Alberto Fiorentino; entrambi sono ritenuti storici rappresentanti della criminalità organizzata campana, basti dire che negli anni Ottanta e fino al 1996 avevano fatto parte dell’associazione camorristica "Nuova famiglia" e per questo erano stati condannati in via definitiva. Guida aveva ottenuto la detenzione domiciliare per differimento pena, che scontava nella sua abitazione a Milano, dal 2 aprile 2020, a seguito delle disposizioni di legge per contenere la diffusione del virus Covid-19 tra detenuti. Martedì però è tornato in carcere, quando gli agenti della Squadra Mobile di Milano, in collaborazione con la Divisione Anticrimine ed il Commissariato Monforte Vittoria, hanno eseguito il decreto di revoca dell’ammissione alla misura della detenzione domiciliare emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Milano. Quindi l’uomo è stato accompagnato nella Casa Circondariale di Torino, dove "potrà ricevere assistenza sanitaria intensificata", si legge in una nota della Questura.