REDAZIONE MILANO

Torna al 41 bis il boss Franco Bonura

Revocata la detenzione domiciliare al 78enne malato di cancro, che sarà curato in un centro clinico

Torna al 41-bis Francesco Bonura, l’anziano boss palermitano giàdetenuto a Opera. Fedelissimo di Bernardo Provenzano, l’imprenditore che è a pochi mesi dal “fine pena”, era in detenzione domiciliare da aprile per motivi di salute.

Malato di cancro, 78enne e a rischio Covid, il magistrato di sorveglianza Gloria Gambitta aveva ritenuto non altrimenti possibile, per lui, se non che fosse curato fuori dal carcere. La sua decisione però, seguita da quella di altri magistrati che mandarono ai domiciliari altri esponenti della malavita organizzata detenuti in varie carceri italiane, aveva aperto un caso e scatenato le polemiche.

È così che una norma del decreto legge approvato subito dopo e voluto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, attribuisce ora al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il potere di segnalare ai magistrati di sorveglianza le soluzioni sanitarie più idonee per consentire le cure in centri clinici.

Ora il giudice, prima di decidere un’eventuale scarcerazione legata anche al rischio Covid, dovrà acquisire il parere del procuratore antimafia e valutare la "permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile".

Saranno in sostanza compiuti un monitoraggio e una rivisitazione che prima non c’era. Le nuove disposizioni riportano in carcere o nelle strutture sanitarie attrezzate molti dei detenuti che erano stati e messi ai domiciliari. È successo così per Francesco Bonura, che ha 78 anni, sta scontando una condanna a 18 anni ormai vicina alla conclusione ed è affetto da patologie oncologiche.

Il Dap, una volta rinnovato nel suo vertice con la nomina del nuovo capo Dino Petralia e del vice Roberto Tartaglia, s’è messo al lavoro per riportare i boss all’interno delle strutture penitenziarie dopo le scarcerazioni del mese scorso, e indicato due possibili soluzione alternative ai domiciliari "presso i reparti di medicina protetta degli ospedali Sandro Pertini di Roma e Belcolle di Viterbo" per il "trattamento delle patologie del condannato".

L’anziano boss è tato portato temporaneamente nel carcere di Pagliarelli, a Palermo, in attesa del trasferimento nella struttura individuata nella Regione Lazio. In questi giorni il detenuto aveva effettuato accertamenti diagnostici che nel penitenziario di Opera non era riuscito a fare. Nel provvedimento del magistrato di sorveglianza Gambitta che ha revocato la concessione della detenzione domiciliare per Bonura, si tiene conto delle note della presidenza della Regione Lazio sull’attuale situazione sanitaria, con "basso rischio di contagio" riferito alla stessa regione e, in particolare, con "diffusione del contagio prossima allo zero" in provincia di Viterbo.

Ma nel frattempo è cambiato il quadro clinico. "Gli esami di rivalutazione - scrive il giudice di sorveglianza Gambitta - eseguiti durante la degenza non hanno evidenziato alcuna recidiva o ripresa di malattia oncologica". E quindi "è cambiata l’incidenza del virus sul quadro clinico" di Bonura. Per questo il boss torna al 41-bis per i pochi mesi che mancano alla completa espiazione della pena, prevista a dicembre.

"Mi sembra di comprendere, che il magistrato abbia del tutto ignorato le plurime eccezioni di incostituzionalità che la difesa aveva sollevato" scrive in una nota il difensore. “Non resta che augurarsi che Bonura possa avere la doverosa assistenza sanitaria che ogni cittadino merita e che sinora gli è stata preclusa".

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