Ultrà morto prima di Inter-Napoli, nuovi indagati: 23 accusati di omicidio

Il numero degli indagati è destinato a salire ancora

Gli scontri tra i tifosi di Inter-Napoli (Newpress)

Gli scontri tra i tifosi di Inter-Napoli (Newpress)

Milano, 8 gennaio 2019 - Sale ancora il numero degli indagati nell'inchiesta milanese sugli scontri scoppiati il giorno di Santo Stefano poco lontano dallo stadio San Siro di Milano poche ore prima della partita tra Inter e Napoli. I pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, titolari delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, hanno iscritto nel registro degli indagati 23 nomi: sono i tifosi presenti all'angolo tra Via Novara e Via Fratelli Zoia, a un paio di chilometri dallo stadio Meazza, quando è scattata la maxi rissa tra due opposte fazioni che ha portato alla morte di Daniele Belardinelli, il capo ultrà del Varese travolto da un'auto guidata da tifosi partenopei e morto poche ore dopo in ospedale con il bacino fratturato.

Le accuse sono per tutti le stesse: omicidio volontario, rissa aggravata e lesioni. Gli avvisi di garanzia verranno notificati nelle prossime ore. Un atto a garanzia degli indagati che così potranno nominare un proprio difensore di fiducia e dei consulenti di parte che potranno partecipare agli accertamenti previsti sulle auto, vestiti, armi improprie. Ma il numero degli indagati è destinato a salire ancora: gli investigatori della Digos stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona nel tentativo di dare un nome e un cognome a tutti i tifosi che hanno partecipato agli scontri. Identificarli tutti non sarà facile, visto che molti molti di loro erano travisati e soprattutto alla luce del clima di omertà che caratterizza il mondo delle curve e del tifo organizzato. 

Obiettivo degli inquirenti è soprattutto far luce sulla dinamica dell'indicente risultato fatale per Belardinelli: l'unica certezza è che il 39enne, capo della curva varesina e legato agli ambienti dell'estrema destra, è stato travolto dalla Volvo V40 che gli ha fratturato il bacino e provocato ferite letali quando lui era già steso a terra. Segno che in precedenza potrebbe essere stato investito da un'altra macchina che gli investigatori napoletani hanno già individuato e bloccato. L'auto, una monovolume di cui non si conoscoono marca e modello, presenta sulla carrozzeria alcune ammaccature che potrebbero essere compatibili - ma è un'ipotesi ancora da verificare - con l'investimento di una persona. Le persone a bordo delle due auto, 8 ultrà partenopei della curva B, sono stati tutti identificati e i loro nomi fanno parte dell'elenco degli indagati. Per il momento, però, non è ancora stato accertato chi di loro fosse al volante. 

 

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