Teva, il piano per la chiusura entro il 2024

La multinazionale conferma i 300 licenziamenti. Comune e sindacati. chiedono di vendere il sito

Sarà un autunno di fuoco per i lavoratori di Teva. La multinazionale del farmaco ha presentato il piano che porterà alla chiusura del sito nervianese entro gennaio 2024. Verso il licenziamento ci sono 300 lavoratori.

"La decisione di rimuovere questo sito dal network operativo globale è il risultato di una revisione complessiva della rete produttiva per ottimizzarne l’efficienza, evitare eccessi di capacità produttiva, ridurre i costi e allineare meglio la produzione alla reale domanda del mercato – ha spiegato l’azienda –. Sebbene questa possibilità sia già stata annunciata più di un anno fa, Teva nel frattempo ha fatto molti sforzi per trovare un partner strategico adatto per questo sito. Nonostante numerosi incontri e analisi con diversi potenziali partner, purtroppo non è stato trovato un acquirente adatto per concretizzarne la cessione. È previsto che il processo di chiusura avvenga gradualmente e che venga completato con le attività di smantellamento e pulizia entro il 2024. Teva svolgerà tutti i passaggi necessari per adempiere agli obblighi che ha nei confronti dei propri dipendenti e della comunità".

Il sindaco Daniela Colombo, che nei giorni scorsi aveva convioato un consiglio comunale aperto, non si arrende: "Noi politici dobbiamo intervenire in maniera molto decisa per cercare soluzioni anche dal punto di vista degli investimenti, parliamo di un sito che ha le potenzialità per andare avanti".

"Teva deve vendere a un altro offerente per reindustrializzare il sito e assicurare la totale occupazione. Non ci arrendiamo. Torneremo a più riprese a invitare l’azienda a una maggiore apertura per coinvolgere eventuali pretendenti" spiega Francesco Restieri segretario della Filctem Cgil Ticino Olona. "La proprietà ha presentato il piano e noi chiederemo al Ministero di congelare la vertenza sino a settembre. Poi si apriranno i tavoli di confronto". Del licenziamento se ne parlerà dopo agosto, ma da parte della multinazionale al momento non ci sono ripensament: chi doveva farsi avanti per rilevare l’azienda o un suo ramo alla fine si è tirato indietro.

Christian Sormani

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