Terlizzi ai domiciliari, Flachi in cella "Grande capacità di infiltrazione"

Il gip ha scarcerato l’ex pugile: è incensurato e non è coinvolto nei fatti più gravi. Altri 10 restano in manette

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di Andrea Gianni

L’organizzazione guidata da Davide Flachi, il figlio del "boss della Comasina" Pepè Flachi morto lo scorso gennaio, ha dimostrato "capacità di infiltrazione" nella società e di "intessere rapporti di natura personale anche con esponenti ed ex esponenti delle forze dell’ordine". Un ex carabiniere che avrebbe agevolato le presunte truffe assicurative e un ispettore della Direzione Investigativa Antimafia che avrebbe fornito informazioni sulle indagini in corso. Anche questi aspetti (pur non sufficienti per configurare il pericolo di fuga) denotano la "estrema pericolosità sociale" del clan. Lo ha messo nero su bianco il gip di Milano Livio Cristofano nel provvedimento con cui ha applicato la custodia cautelare in carcere per Davide Flachi e altre nove persone fermate martedì scorso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e condotta dalla Guardia di finanza che ha smantellato la banda guidata dal rampollo del "boss della Comasina".

Sono stati concessi invece gli arresti domiciliari a tre indagati, tra cui l’ex pugile Franco Terlizzi, che fu “naufrago“ nel reality l’Isola dei Famosi. Terlizzi è uscito dal carcere di Monza attorno alle 14.30 ed è stato accompagnato nella sua casa. Ha espresso "gioia e soddisfazione" per la scarcerazione “lampo“, avvenuta al termine dell’interrogatorio di garanzia durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il gip di Monza Silvia Pansini, accogliendo le istanze dei legali di Terlizzi, gli avvocati Antonino Crea e Marcello Perillo (la Dda aveva chiesto invece il carcere), ha evidenziato "lo stato di incensuratezza" dell’ex pugile ed il "suo mancato coinvolgimento", perché non ci sono accuse a suo carico "nella ben più grave ed allarmante vicenda" emersa dall’inchiesta, ossia traffici di droga e armi ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Terlizzi è invece accusato di aver fatto da prestanome a Flachi, gestendo la carrozzeria a Cormano posta sotto sequestro, e di truffe assicurative attraverso la denuncia di falsi incidenti stradali. Nel pomeriggio il gip di Milano ha concesso i domiciliari ad altri due indagati finiti in cella martedì scorso. Restano invece in carcere i dieci indagati accusati degli episodi più gravi. Nelle oltre 500 pagine di ordinanza il gip parla di "straordinaria capacità criminosa dell’organizzazione" capeggiata da Davide Flachi che "già da minorenne" era stato "condannato per tentata estorsione" e di cui è dimostrata la "pericolosità sociale".

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