NICOLA PALMA
Cronaca

Tensione in piazza Antagonisti provano a forzare il blocco Un poliziotto ferito

In zona Cadorna esponenti di estrema destra e antifascisti. Lealtà-Azione con tricolore e fiaccole: "Basta armi all’Ucraina". Carica di alleggerimento degli agenti per evitare contatti tra i gruppi

di Nicola Palma

Due piazze contrapposte. Un tentativo di sfondare il blocco delle forze dell’ordine. E un poliziotto ferito nelle fasi più concitate del faccia a faccia ravvicinato con gli antagonisti. Fotogrammi dalle manifestazioni andate in scena ieri pomeriggio in centro: da una parte le varie anime dell’estrema destra; dall’altra antifascisti e centri sociali. Così lontani così vicini, verrebbe quasi da dire, visto che il leit motiv di entrambe le iniziative, seppur con sfumature e motivazioni molto diverse, è stato lo stop alla guerra in Ucraina. I primi si ritrovano poco prima delle 16 in piazzale Cadorna con fiaccole e tricolore: si notano, tra gli altri, le teste rasate con felpa di Lealtà-Azione capitanate da Stefano Del Miglio, l’ex leader di CasaPound (ora Exit) Simone Di Stefano, i militanti del comitato "Fermare la guerra" guidato dall’ex sindaco capitolino Gianni Alemanno, Duilio Canu (Rete dei Patrioti), no vax della primissima ora e volti noti già negli anni di piombo come quello di Maurizio Murelli (condannato per i fatti del giovedì nero del 1973). "Basta armi a Kiev", lo slogan urlato come un coro da stadio dai circa duecento in strada, che percorrono a passo lento via Boccaccio e via Fratelli Ruffini per arrivare in piazza Santa Maria delle Grazie.

Negli stessi minuti, il contro-corteo è già partito da piazza Fontana: sono in 400, ci sono le militanti di "Non una di meno", il Cantiere, i rappresentanti dei partiti di sinistra e alcuni membri delle comunità curda e iraniana, a colorare "una piazza antifascista, transfemminista, ecologista, antirazzista, antimilitarista e internazionalista, vicino ai popoli coinvolti nelle tante guerre in corso nel mondo". Non c’è, per scelta legata a mancata condivisione di modi e contenuti, l’Anpi provinciale guidata da Roberto Cenati. Arrivati alla meta concordata di largo Cairoli, un manipolo di una settantina di persone si stacca dal resto e prova a incamminarsi in Foro Buonaparte, in direzione della linea di sbarramento di agenti del Reparto mobile e carabinieri del Battaglione: l’obiettivo è cercare di avvicinarsi il più possibile ai "fascisti" a Cadorna. Il contatto è inevitabile quanto breve: nel parapiglia, un funzionario della Digos viene colpito al volto, per fortuna senza gravi conseguenze.