Milano, la Tenda Rossa della spedizione di Nobile restaurata: la storia e le polemiche

Dopo il lungo restauro torna visibile il riparo che salvò la vita all'equipaggio del dirigibile Italia nel 1928

La Tenda Rossa al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano

La Tenda Rossa al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano

Milano - Torna visibile al pubblico dopo un lungo restauro la Tenda Rossa, che diede rifugio per 48 giorni ai superstiti del Dirigibile Italia precipitato sul pack per una tempesta durante la spedizione al Polo Nord guidata da Umberto Nobile e partita da Milano nel 1928. Il cimelio, tra i pochi oggetti della spedizione conservati fino a oggi, sarà esposto a partire da mercoledì 15 febbraio per il 70° anniversario del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

Il disastro del dirigibile Italia

L'Italia fu il secondo dirigibile realizzato in Italia. Venne varato il 19 marzo del 1928 e a maggio partì per la prima esplorazione artica. Durante la terza missione, il 24 maggio el 1928, la spedizione dell'Italia - di cui facevano parte 16 uomini giudati da Umberto Nobile, fu investita da una tempesta nella rotta di ritorno dopo aver raggiunto il Polo Nord e il dirigibile precipitò al suolo. Nell'impatto 10 membri vennero sbalzati sul ghiaccio della banchisa polare, mentre altri 6 rimasero intrappolati nell'involucro dell'aeronave che sospinto dal vento impetuoso riprese quota e non venne mai più ritrovato. Dei 10 rimasti a terra, uno morì quasi subito per un'emorragia, mentre gli altri 9 - di cui 3 feriti (tra i quali lo stesso Nobile) - trovarono rifugio nella Tenda Rossa, una delle dotazioni di ermegenza dell dirigibile. 

Il disastro del dirigibile Italia in un'illustrazione dell'epoca
Il disastro del dirigibile Italia in un'illustrazione dell'epoca

La Tenda Rossa "made in Milano"

La Tenda Rossa, realizzata dalla Ditta Ercole Moretti di Milano, era di tipo a bastone centrale, di forma quadrata il cui lato misura 2,75 metri, dell'altezza massima di 2,5 metri. L'accesso era assicurato da un ingresso circolare di un metro di diametro e chiuso da una manica a vento. Le pareti esterne e il fondo erano in seta grezza, non colorata, mentre le pareti interne erano di seta azzurra: il colore venne scelto come palliativo contro l'oftalmia delle nevi (detta anche cecità da neve, malattia degli occhi provocata dall'esposizione al riflesso dei raggi ultravioletti dalla superficie della neve).

La tenda era progettata per accogliere al massimo 4 persone, ne ospitò invece 9, più la mascotte Titina (la cagnolina trovatella adottata da Nobile che partecipò alle spedizioni), una parte della radio, gli accumulatori che la alimentavano e una piccola stufa. 

Per rendere più visibile la tenda dall'alto i superstiti decisero di colorare il rivestimento esterno utilizzando le fiale di anilina rossa, o fucsina (di un colore rosso intenso) sopravvissute alla caduta. Le fiale di anilina venivano utilizzate per misurare l'altezza dal suolo durante il volo, non essendo gli altimetri di allora affidabili: venivano fatte cadere dalla cabina e un cronometro misurava il tempo che impiegavano a raggiungere il suolo, rompendosi e colorando il ghiaccio di rosso (dal tempo impiegato si risaliva poi all'altitudine). Per questo motivo passò alla storia come la Tenda Rossa, anche se in realtà il colore era beige e il rosso della fucsina durò molto poco a causa dell'intensa e continua luce polare

Il salvataggio di Nobile e le polemiche

Un radioamatore riuscì a captare il segnale radio di soccorso dei superstiti e poco meno di un mese dopo l'incidente i soccorsi arrivarono alla Tenda Rossa. Arrivò sul posto un piccolo aereo svedese che però salvò solo Nobile e il suo cane rimandando il salvataggio degli altri a un secondo viaggio. Quando il pilota svedese ritornò a prendere gli altri però precipitò egli stesso nei ghiacci. Per il salvataggio degli altri superstiti bisognò aspettare il 12 luglio 1928, cioè quasi 2 mesi dopo l'incidente, quando il rompighiaccio sovietico Krassin raggiunse la Tenda Rossa.

Al suo arrivo in Italia Nobile fu accusato di imperizia e di comportamento vile per aver abbandonato i suoi uomini al polo mentre lui veniva portato in salvo. L'inchiesta che ne scaturì - alimentata anche da una violenta campagna stampaespresse un giudizio di severa censura sulla scelta di Nobile di essere evacuato per primo. Nobile si dimise da tutte le cariche e abbandonò l'Italia, prima per l'Urss e poi per gli Usa. Rientrò in Italia dopo la Liberazione e venne eletto nell'Assemblea Costituente nella file del Pci.

Il restauro della tenda

Dopo il salvataggio dei superstiti, la Tenda Rossa venne donata al Comune di Milano, finanziatore della spedizione polare, che la destinò al Museo del Castello Sforzesco, oggi Museo nazionale della scienza e della tecnologia, dove rimase esposta fino alla metà degli anni 90 per poi essere ritirata in seguito al suo deterioramento.

Il cimelio è stato oggetto di un lungo restauro, avviato nel 2008 grazie al co-finanziamento di Regione Lombardia e affidato alla restauratrice di tessuti Cinzia Oliva, in accordo con la Soprintendenza di Milano. Lo stato di conservazione dei materiali costitutivi era molto compromesso e frammentario.

L'analisi delle cuciture e dei materiali ha rivelato in due spicchi della Tenda la presenza di molteplici e stratificati interventi di restauro eseguiti nel tempo (probabilmente attorno agli anni '50), di cui non è però stata rinvenuta alcuna documentazione. La particolare delicatezza dei materiali, ormai giunti a un momento critico del loro tempo vita, ha richiesto una sperimentazione sui metodi di consolidamento svolta in collaborazione con il Laboratorio di Diagnostica dei Musei Vaticani di Roma.

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