BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Stop al cemento, protesta a Cernusco: "No alle palazzine ai confini col parco"

Scatta la raccolta di firme: salviamo via Cevedale, l’ultimo scampolo di verde

Il Comitato Cernusco Bene Comune in campo per dire no al cemento ai confini del Parco Est

Il Comitato Cernusco Bene Comune in campo per dire no al cemento ai confini del Parco Est

Dopo il blitz sui campi e le osservazioni scatta la raccolta firme online. Quasi 800 in pochi giorni a sostegno della battaglia di Bene Comune Cernusco, il Comitato di cittadini che difende il territorio dal cemento e che si batte contro le 9 palazzine in arrivo in via Cevedale, "l’ultimo terreno rimasto a Cernusco al confine con il parco Est delle Cave", dice la coordinatrice Jasmine La Morgia. È lei che ha guidato l’incontro con i residenti di metà giugno e il gruppo ora prova a raccogliere consenso per dare più peso alla protesta: "Solo se saremo tanti potremo ottenere qualche risultato", spiegano. "Basta mattone", ripetono gli attivisti commentando il pano attuativo contro il quale raccolgono adesioni.

In bilico c’è anche la dotazione che dovrebbe accompagnare il progetto: l’asilo nido, "un’opera che diventa a scomputo oneri, a destinazione pubblica, senza precisare quale", ancora i cittadini decisi ad andare fino in fondo. "Le cartine di Ispra mostrano chiaramente che questa è l’ultima fascia verde rimasta ai bordi della città, campi antichi già censiti dal catasto teresiano - spiega La Morgia - dovremmo tutelarli e non costruirci sopra in un centro soffocato quasi per il 50% dal cemento. Alla sindaca Paola Colombo abbiamo chiesto di spiegare ai cittadini le scelte dell’Amministrazione". Verrà realizzata anche una green way "ma c’erano i sentieri vicini senza cancellare altro verde". Il Comitato ha fatto anche i conti, "l’intervento avrà ricavi totali per oltre 56 milioni, costi per 38,6, utile netto di 17 milioni 599mila euro: redditività del 31,28%". Nel mirino ancora una volta l‘accordo con i costruttori, che qui avevano accettato di ridurre le volumetrie dal 25 al 15%, ma in cambio avevano chiesto l‘eliminazione degli appartamenti a prezzi calmierati (stralciati in zona industriale). Argomenti che colpiscono nel segno e le firme aumentano di minuto in minuto sulla piattaforma OpenPetition. Tante le iniziative contro il piano nel corso del tempo, compresi i flashmob di Legambiente Martesana da sempre contraria al nuovo insediamento sempre per lo stesso motivo: "Soffochiamo, basta ruspe".