"Tanti misteri sui binari di Limbiate" La Regione scrive a Palazzo Marino

Monti: "Milano non ci ha detto quali siano le prescrizioni e i lavori da fare per scongiurare la chiusura a settembre"

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Scadenze dei termini per le autorizzazioni, prescrizioni di Ansfisa, divieto di utilizzo di fondi Pnrr: sul futuro del tram di Limbiate ci sono ancora troppe incognite che devono essere chiarite in termini rapidissimi, se si vuole almeno tentare di evitare la sospensione del servizio.

Il tempo è pochissimo e c’è di mezzo agosto, mese in cui in Italia diventa difficile fare qualsiasi cosa. Da Regione Lombardia, il vicepresidente della commissione Infrastrutture, Andrea Monti, prova ad accelerare. "A brevissimo verrà inviata ad Atm e al Comune di Milano una lettera di richiesta di spiegazioni. Sto preparandola assieme ad alcuni consiglieri regionali e chiederò di condividerla sia ai sindaci che hanno partecipato alla commissione conoscitiva che abbiamo tenuto a Palazzo Pirelli, sia a tutti gli altri che vorranno aderire", spiega Monti. I nodi da sciogliere sono fondamentali per capire se e come si potrà dare continuità ad un servizio che riguarda non meno di tremila persone e che è particolarmente apprezzato per puntualità e regolarità, nonostante si svolga con mezzi ormai troppo vecchi e su una linea che non rispetta più molti parametri di sicurezza e di accessibilità. L’allarme è scattato verso fine giugno, al diffondersi della notizia di una sospensione del servizio a fine settembre. Ma qui sta il punto: chi lo ha stabilito e con quale atto formale? "Ancora oggi Palazzo Marino non ci ha detto quali siano le prescrizioni e i lavori strettamente necessari atti a scongiurare la chiusura del servizio a fine settembre; anzi, siamo ancora appesi al filo dei 7 milioni di euro necessari per portare a termine i lavori", aggiunge Monti. "Anche sulla metrotranvia il Comune è ambiguo: all’ultimo minuto ci è stato riferito che il Governo avrebbe detto ai tecnici comunali che era vietato usare le risorse del Pnrr per coprire gli extracosti, ma scopro che così non è. Come vicepresidente della Commissione a Palazzo Pirelli ho fatto richiedere la documentazione scritta e adesso gli uffici del Comune di Milano mi fanno sapere che non vi sono documenti ufficiali ma solo uno scambio di mail fra il Governo e l’assessore Censi. A questo punto dico che è ora di fare chiarezza, una volta per tutte. Anche se siamo in tempo di ferie".

Gabriele Bassani

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