Milano, tangenti per ristrutturazione caserma carabinieri: 8 indagati per corruzione

Pesanti accuse per dirigenti del Ministero e del Provveditorato alle opere pubbliche. Mazzette da 50mila euro e favori per farsi assegnare l'appalto

La caserma Montebello a Milano

La caserma Montebello a Milano

Milano, 19 agosto 2020 - Otto persone sono indagate con accuse a vario titolo di corruzione e turbata liberta' di scelta del contraente per i lavori della caserma  Montebello. Un appalto del valore di 38 milioni di euro affidato nell'anno 2011, dal Provveditorato Interregionale opere pubbliche di Lombardia e Liguria all'impresa romana So.Co.Stra.Mo. della famiglia Cinque. 

I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari a carico di un dirigente generale del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, già  Provveditore delle Opere pubbliche a Milano, un ingegnere del Provveditorato per la Lombardia e l'Emilia Romagna, un libero professionista e cinque fra amministratori e dipendenti di imprese private.

L'inchiesta

L'inchiesta - coordinata da Sostituti Procuratori Giovanni Polizzi e Paolo Filippini e condotta dal Nucleo Investigativo di Milano - e' stata avviata nel febbraio 2017 quando, in concomitanza con la domanda di "concordato preventivo" presentata dalla ditta So.Co.Stra.Mo., alcuni subappaltatori denunciavano anomalie nella contabilizzazione delle opere subappaltate e conseguenti ritardi nel pagamento delle spettanze.

Le tangenti

Le indagini avrebbero svelato, si legge in una nota dell'Arma, "la corruzione del Provveditore dell'epoca (oggi dirigente generale presso il Ministero dei lavori pubblici) il quale, nel 2014 (a lavori avviati) percepiva dal direttore operativo dell'impresa appaltatrice una tangente di 50mila euro per avere favorito l'associaizone temporanea d'impresa tra So.Co.Stra.Mo.- Baglioni nell'assegnazione della gara d'appalto. La somma - si legge sempre nella nota diffusa dai carabinieri - resa contante mediante l'emissione di una fattura fittizia da parte di una ditta compiacente, venne consegnata dal progettista esecutivo dell'appalto che, a sua volta, aveva partecipato alla formazione della provvista illecita per remunerare il predetto dirigente pubblico che lo aveva segnalato alla So.Co.Stra.Mo. per il prestigioso incarico di progettazione.

Secondo i carabinieri, fu corrotto anche Responsabile Unico del Procedimento il quale, "per astenersi dalla doverosa vigilanza sulla corretta esecuzione del contratto - si legge nella nota dell'Arma -, nel corso del 2014, percepiva dalla dirigenza operativa dell'impresa appaltatrice utilità illecite consistenti nella parziale  ristrutturazione, per un controvalore complessivo di 6 mila euro circa, di due appartamenti di sua proprietà;

Le indagini inoltre hanno portato alla luce, secondo i carabinieri, accordi illeciti fra pubblici funzionari e professionisti privati per condizionare, a favore di questi ultimi, alcuni procedimenti per il conferimento di incarichi esterni avviati dal Provveditorato alle opere pubbliche nel corso del 2019.

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