MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Tajani entra in Senato "Elly troppo a sinistra? Mi ricorda Pisapia Al Pd serve radicalità"

L’ex assessora pronta a subentrare all’economista a Palazzo Madama "Ora occore la spinta arancione che servì per riconquistare Milano. Le alleanze con M5S e Terzo Polo? Partiamo dal salario minimo".

Tajani entra in Senato  "Elly troppo a sinistra?  Mi ricorda Pisapia  Al Pd serve radicalità"

Tajani entra in Senato "Elly troppo a sinistra? Mi ricorda Pisapia Al Pd serve radicalità"

di MassimilianoMingoia

"Elly Schlein troppo spostata a sinistra? Dicevano la stessa cosa anche di Giuliano Pisapia e a Milano sappiamo com’è andata: il centrosinistra con lui e con il movimento arancione ha riconquistato Palazzo Marino dopo tanti anni di Giunte di destra. La linea della segretaria del Pd Schlein mi ricorda il movimento arancione targato Pisapia". Cristina Tajani, ex assessora al Commercio e al Lavoro nelle Giunte Pisapia e Sala 1, iscritta al Pd dal 2017, ex numero uno di Anpal Servizi, lo scorso 25 settembre prima dei non eletti nel collegio milanese per Palazzo Madama per le elezioni politiche, è pronta a entrare in Senato dopo le annunciate dimissioni di Carlo Cottarelli.

Tajani, con lei è inevitabile partire da un riferimento milanese perché ha fatto parte della Giunta Pisapia e della cosiddetta “rivoluzione arancione’’ e della Giunta Sala improntata a un maggior pragmatismo. Quali elementi di quei due modelli sono più utili per costruire un centrosinistra nazionale vincente?

"Se non ci fosse stato il movimento arancione che ha consentito al centrosinistra di riconquistare Milano dopo tanti anni di Giunte di centrodestra, non ci sarebbe stata neanche la prosecuzione, più matura e riflessiva, della Giunta Sala. Se devo fare un paragone tra le due esperienze, dunque, in questo momento che in chiave nazionale vede le destre più radicali dominare il campo a noi avverso, è necessaria una maggior radicalità e quindi rilanciare quella spinta arancione che a Milano ha consentito al centrosinistra di rientrare a Palazzo Marino. Attualmente c’è bisogno di una spinta ideale e di una mobilitazione dal basso simili a quelle con cui, con Silvio Berlusconi allora al Governo, il centrosinistra vinse a Milano con Giuliano Pisapia"

Veniamo alle annunciate dimissioni di Cottarelli. L’economista l’ha avvertita della suo passo indietro al Senato?

"Poche ore prima della comunicazione pubblica, Cottarelli mi ha avvisato della sua decisione, sapendo che ero la prima dei non eletti del collegio plurinominale milanese del Senato in cui per il Pd erano stati eletti lui, Simona Malpezzi e Franco Mirabelli. Una cortesia che ho molto apprezzato. Il suo è stato un gesto signorile".

Come giudica, invece, la decisione di Cottarelli di lasciare il Parlamento e il gruppo del Pd in Senato perché in dissenso con la linea politica troppo spostata a sinistra della Schlein?

"In realtà, in prima battuta, Cottarelli ha deciso di lasciare il Senato per dedicarsi a un corso dell’Università Cattolica e per sentirsi ancor più utile al Paese in un ruolo diverso da quello di senatore di opposizione. I suoi argomenti politici sui nuovi vertici dem? La segretaria Schlein ha avuto un’ampia investitura popolare attraverso le primarie con una piattaforma programmatica molto chiara. Ma Schlein è in grado anche di dialogare e fare sintesi. Spero dunque che, in prospettiva, le competenze del professor Cottarelli possano tornare utili al nuovo corso del Pd".

Ma secondo lei il Pd della Schlein è troppo spostata a sinistra oppure no?

"Io alle primarie, insieme alle persone che animano l’associazione “Innovare X Includere’’, ho sostenuto convintamente Elly Schlein, che conosco da tempo, come segretaria del Pd. Penso che sia necessario, soprattutto in una posizione di opposizione al Governo, utilizzare parole chiare su alcuni temi, dal lavoro al sociale, temi rispetto ai quali la piattaforma politica di Schlein è molto netta. Io la condivido".

Ma la linea della segretaria del Pd, alle amministrative e alle future politiche, sarà in grado di allargare il centrosinistra verso il M5S e il Terzo Polo e rendere il campo progressista competitivo contro il centrodestra?

"Io credo di sì e le faccio un esempio concreto: quando ero consulente del ministro del Lavoro Andrea Orlando ho seguito la proposta di salario minimo che il Governo Draghi aveva analizzato nelle sue ultime battute. In questo momento ci sono proposte di tutte le forze di opposizione – Pd, M5S e Terzo Polo – a favore del salario minimo. Questo è un terreno concreto per costruire una piattaforma politica comune che tenga insieme tutte le forze di opposizione. La linea è questa: su temi concreti trovare possibili convergenze".

Da senatrice si occuperà di questi temi, viste le sue competenze ed esperienze politiche?

"Certo. Ho seguito anche la costruzione della parte del Pnrr che finanzia le politiche attive del lavoro con circa cinque miliardi di euro. Fondi su cui il Governo Meloni non si capisce in che direzione voglia andare. Sono temi che ho seguito e sui quali continuerò a vigilare da senatrice di opposizione"

A proposito di Governo Meloni, è ancora arrabbiata per il modo in cui l’esecutivo di centrodestra l’ha rimossa dalla presidenza di Anpal Servizi?

"Anpal Servizi era un ente che non aveva il consiglio di amministrazione in scadenza e non era normalmente soggetto a spoils system. Ma il Governo Meloni ha deciso di procedere in questo modo".