Tagli e fughe: pubblico impiego senza “appeal“

A Milano la fuga di personale dagli uffici pubblici causa voragini organizzative. La città non è più attrattiva per i trasferimenti, con conseguenze sui servizi ai cittadini. Proposte di soluzione riguardano incentivi e alloggi a costi contenuti.

Lo scarso appeal di Milano per chi deve trasferirsi da altre regioni dove la vita costa meno, unito ad anni di tagli e mancato turnover, apre voragini negli uffici pubblici. Dal Tribunale a Palazzo Marino, dall’Inps all’Ispettorato del Lavoro. Chi viene assunto spesso, dopo un periodo, chiede il trasferimento e si riavvicina alle zone d’origine, lasciando sguarniti gli uffici e portando altrove un bagaglio di competenze acquisite. Effetti negativi, quindi, sui servizi per i cittadini. A sollevare la questione, nelle scorse settimane, era stato anche il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, ospite del Consiglio comunale. "Ci siamo resi conto che il settore non è più attrattivo - ha spiegato – vengono banditi concorsi che restano senza copertura. Il settore giustizia ha livelli retributivi inferiori, non sono previsti incentivi e la città ha costi molto alti".

Così, per coprire gli organici, servirebbe il 42% in più di personale amministrativo rispetto ai livelli attuali. Mancano all’appello anche 66 giudici, per un Tribunale che ha competenza su circa 2,5 milioni di persone. Roia ha lanciato anche una serie di proposte al Comune, come "convenzioni sulle tariffe del trasporto pubblico" oppure case ad affitto calmierato con "ipotesi fideiussorie da parte del ministero che garantisca il pagamento dei canoni". Cambiando ufficio, i problemi restano invariati. All’Ispettorato del Lavoro di Milano servirebbero almeno 200 ispettori, mentre attualmente se ne contano solo 110. Una carenza che inceppa la macchina dei controlli sul delicato tema del rispetto delle leggi e delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro. "Non è solo un problema di concorsi, che sono stati fatti, ma di una fuga di personale verso altri uffici", ha evidenziato il dirigente dell’Ispettorato milanese, Carlo Colopi. "Se non si interviene sugli stipendi e sul costo della vita e della casa sarà difficile invertire la tendenza". Il problema del personale era stato sollevato anche nell’ultimo rendiconto sociale Inps della Direzione di coordinamento metropolitano, presentato a gennaio.